Il Consiglio regionale del Veneto dopo una giornata di dibattito intenso ha dato in tarda serata il via libera al progetto di legge n. 305, di iniziativa della Giunta, relativo alla variazione al bilancio di previsione 2024-26 della Regione, relatore, la consigliera Silvia Cestaro (Lega-LV), correlatore, la capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani. Il provvedimento ha avuto 35 voti a favore e 10 contrari.
In sintesi, come ricordato in aula anche dalla consigliera Cestaro, la proposta legislativa apporta una serie di modifiche agli stanziamenti di spesa e di entrata derivanti dal monitoraggio delle disponibilità finanziarie dell'ente e dallo svincolo di una quota degli utili di CAV, Concessioni Autostradali Venete - la società per azioni partecipata dalla Regione che opera nel settore della gestione in concessione di tratti autostradali - per circa 34,8 milioni di euro (a fronte di un valore complessivo della variazione che è di circa 42 milioni di euro), destinati per circa due terzi al finanziamento del gap tra entrate derivanti dall’applicazione di pedaggi e spese per canoni da corrispondere al concessionario della SPV - Superstrada Pedemontana Veneta, mentre la restante quota sarà indirizzata verso altri investimenti viari. Per quanto riguarda gli altri fronti di spesa, 3,5 milioni di euro sono destinati a cultura, enti locali, turismo e sociale, mentre altri 3,2 milioni di euro saranno suddivisi tra opere di somma urgenza sul fronte della difesa del suolo e investimenti su portualità e ciclovie.
“Questa variazione di bilancio - ha sottolineato la capogruppo Camani - ha natura diversa rispetto alle variazioni adottate negli ultimi anni perché non ci sono avanzi da assegnare: il barile è già stato raschiato nei mesi precedenti. Nel complesso, questa politica di bilancio è dannosa o utile per il Veneto? In quindici anni le casse della Regione sono state svuotate e chi verrà dopo si troverà alla canna del gas, e lo vedremo anche nella discussione della prossima manovra di bilancio, che sarà ‘lacrime e sangue’. Tra i temi ancora irrisolti, la questione delle borse di studio a favore degli studenti: sono oltre 3200 coloro che non sono stati in grado di ottenere il sussidio cui avevano diritto; il dissesto idrogeologico: malgrado l’enorme mole di risorse impiegate, non si raggiunge mai un livello di sicurezza accettabile, non solo per quanto riguarda il tema dei bacini di laminazione o di altri interventi, ma anche delle risorse da destinare ai ristori a favore di chi ha subito danni causati dal maltempo. Questa manovra non risponde ai bisogni dei veneti, e non per motivi congiunturali, ma perché la politica regionale di bilancio non ha provveduto a politiche espansive, perché vi è un eccesso di debito ereditato dagli anni precedenti, per le politiche di ‘austerity’ perseguite negli anni e per la gestione della Superstrada Pedemontana Veneta, caratterizzata dalla differenza tra stime e realtà: in una regione normale sarebbe necessario istituire una Commissione per trattare la vicenda; cinque sono i problemi sul tavolo da indirizzare al presidente Zaia, alla vicepresidente De Berti e all’assessore Calzavara: l’inaccettabile livello di omertà sui numeri reali della Pedemontana; la mancata assunzione di responsabilità di fronte al fallimento dell’operazione, e non possiamo accettare che gli utili di CAV, ad esempio, servano a pagare i debiti della Pedemontana; terzo problema, l’attendibilità delle previsioni di bilancio, cui seguono gli altri rilievi: quand’anche fossero vere le previsioni di bilancio dei prossimi anni, cosa accadrà fino alla fine della concessione? Quanto costerà davvero alla Regione la Pedemontana? Qual è il programma delle entrate? Servono risposte, e in particolare serve un immediato confronto sul tema della Pedemontana”.