Prima commissione - Via libera al Rapporto 2023 sugli affari europei e al programma 2025 del Corecom Veneto
(Arv) Venezia 4 dic. 2024 - La Prima commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto presieduta da Luciano Sandonà (Lega-LV), vicepresidente Chiara Luisetto (Partito Democratico), nel corso della seduta odierna, ha votato a maggioranza, senza voti contrari, la presa d’atto sulla Rendicontazione n. 243, ovvero al Rapporto sulle attività svolte nel 2023 ai fini della partecipazione della Regione del Veneto alle politiche dell’Unione Europea, il cui contenuto - assieme allo stato di attuazione dei programmi 2021-27 FESR, sui quali l’attenzione dei commissari si è particolarmente soffermata, e FSE+, entrambi ripresentati in quest’occasione con alcuni aggiornamenti rispetto alla versione precedente - era già stato illustrato nel dettaglio nella seduta del 2 ottobre scorso e di seguito anche nelle altre Commissioni consiliari. Si tratta, in estrema sintesi, del provvedimento che analizza lo stato di avanzamento degli interventi regionali cofinanziati dalla UE, le iniziative da adottare con riferimento a politiche dell’UE d’interesse regionale, le posizioni sostenute nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, le questioni affrontate nel Comitato delle Regioni e nel Comitato Interministeriale per gli Affari europei, lo stato delle relazioni tra la Regione e l’Unione Europea, e le procedure di infrazione a carico dello Stato per inadempienze imputabili alla Regione. Semaforo verde, a maggioranza, senza voti contrari, anche alla presa d’atto della Rendicontazione n. 241 riferita alla relazione 2023 del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT) 'Euregio Senza Confini’. Si tratta dell’organismo di cooperazione, istituito con la l. reg. n. 41/2012, tra Regione del Veneto, Regione Friuli-Venezia Giulia e il Land della Carinzia che mira a favorire, facilitare e promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale nell’ambito dell’Unione europea, per la realizzazione di progetti comuni volti allo sviluppo dei rispettivi territori e destinati alle popolazioni di confine coinvolte. Per quanto riguarda la gestione finanziaria, al 31 dicembre 2023 il saldo finale di cassa ha superato la cifra di 1,5 milioni di euro, con un avanzo di esercizio pari a 90.704,42 euro. Le disponibilità finanziarie derivano da fondi europei, da fondi propri e da contributi annuali. In relazione alla partecipazione alla programmazione europea, nel 2023 il GECT ha partecipato, tra gli altri, alla realizzazione di due progetti finanziati nell’ambito del Programma Interreg VI-A Italia-Austria dedicato alla riduzione dei cosiddetti ‘ostacoli transfrontalieri’, e in particolare al Progetto EU-MOVE: TPL Senza Confini, per realizzare un sistema di pianificazione e programmazione congiunta del sistema di trasporto pubblico locale di persone in ambito transfrontaliero e per attivare un sistema di collaborazione strutturata tra i gestori delle tre Regioni coinvolte, e al Progetto Fit4Co CBO - Fit for Cooperation, volto al superamento di ostacoli transfrontalieri concreti attraverso la creazione di “tandem” di progetto: in questo caso i gruppi target sono le amministrazioni pubbliche, le parti sociali e le società a controllo pubblico. Di seguito, la Commissione si è espressa favorevolmente, a maggioranza, senza voti contrari, sul parere alla Giunta regionale n. 451 che fissa criteri, parametri e standard minimi per la redazione di studi di fattibilità finalizzati alla fusione di comuni, innovando parzialmente il contenuto di un analogo provvedimento del 2020. L’istituto della fusione costituisce la forma peculiare di riordino della governance locale prevista dallo Statuto e dalla l. reg. n. 18/2012, orientamento confermato nel Piano di riordino territoriale (PRT) adottato dalla Giunta con deliberazione n. 17 del 16 gennaio 2024 che prevede, tra l’altro, la semplificazione dei livelli di governo locale e la riduzione del numero di comuni con la realizzazione del progetto “Fusioni: obiettivo 500 Comuni”. Alla luce dell’esperienza maturata negli ultimi anni, il provvedimento mira a stabilire criteri, parametri e standard minimi per l’elaborazione degli studi di fattibilità per la fusione tra comuni che dovranno prevedere lo sviluppo di alcuni punti considerati essenziali: l’inquadramento normativo di riferimento; il quadro conoscitivo, ovvero le ragioni storiche, culturali, artistiche e sociali che sono alla base dell’iniziativa, le caratteristiche demografiche e socioeconomiche del territorio, la struttura del territorio, la dimensione organizzativa ed economico-finanziaria e le valutazioni di fattibilità del progetto di fusione; un piano di comunicazione e informazione del progetto di fusione che coinvolga personale, parti politiche, cittadini e portatori d’interesse; la predisposizione di un questionario di sondaggio della popolazione. Una recente modifica normativa dell’art. 10 della Legge regionale n. 18/2012 ha ampliato la tipologia dei soggetti che possono mettere a disposizione lo strumento dello “studio di fattibilità” a favore dei comuni di un determinato territorio regionale che intendono intraprendere l’iter di fusione: questo strumento conoscitivo potrà essere redatto non solo su incarico da parte dei comuni, ma realizzato e messo loro a disposizione anche da enti o istituti pubblici e privati (a mero titolo esemplificativo: Università, fondazioni, enti di ricerca), per il raggiungimento di un ottimale governo del territorio. La Commissione, infine, ha votato all’unanimità la proposta di deliberazione amministrativa n. 82 relativa al programma di attività del Comitato regionale per le Comunicazioni del Veneto (CORECOM) per l’anno 2025. La legge regionale n. 18/2001 istituisce il Comitato presso il Consiglio regionale definendolo quale organo di consulenza e gestione della Regione, nonché di controllo e garanzia, in materia di comunicazioni; nell’attuale composizione (presidente, avv. Marco Mazzoni Nicoletti, vicepresidente Fabrizio Comencini, componenti Enrico Beda, Edoardo Figoli e Stefano Rasulo), eserciterà le proprie funzioni fino al termine della legislatura. Il Comitato svolge funzioni proprie e delegate stabilite da norme legislative o regolamentari nazionali e regionali, o derivanti da deliberazioni dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, l’Agcom, di cui è organo funzionale. Oltre allo sviluppo dei temi legati alla regionalizzazione dei servizi pubblici di telecomunicazione e radiotelevisione, il Corecom, su delega dell’Autorità, svolge funzioni di governo, garanzia e controllo di rilevanza locale sul sistema delle comunicazioni, tra cui la conciliazione e la definizione delle controversie tra utenti ed enti gestori dei servizi di comunicazione elettroniche, nonché l’esercizio del diritto di rettifica con riferimento al settore radiotelevisivo locale. Inoltre, il Corecom gestisce i fondi ministeriali, assegnati alla Regione del Veneto, per i rimborsi alle emittenti radiotelevisive relativi alla trasmissione di messaggi elettorali autogestiti a titolo gratuito (MAG) durante le campagne elettorali e referendarie, con particolare riferimento anche alle regole della par condicio elettorale, con particolare riferimento alle scadenze elettorali previste nel 2025 che possono comportare sul piano operativo, l’applicazione delle regole della par condicio alla comunicazione istituzionale ex art. 9, comma 1 della legge n. 28/2000, analogamente a quanto fatto nel 2024. Tra le attività già avviate che il Comitato svilupperà ulteriormente, le iniziative di media education e di contrasto al cyberbullismo. Relatore per l’aula del provvedimento, la consigliera Elisa Cavinato (Lega-LV).