Veneto

Presentato il libro di Stefano Fassina “Perché l’autonomia differenziata fa male anche al Nord”

CONSIGLIO REGIONALE VENETO


(Arv) Venezia 5 dic. 2024 - La Capogruppo Dem Vanessa Camani ha presentato oggi a palazzo Ferro Fini il libro di Stefano Fassina “Perché l’autonomia differenziata fa male anche al Nord”, Castelvecchi Editore, con prefazione di Pierluigi Bersani. La presentazione è stata moderata dalla giornalista de ‘Il Gazzettino’, Angela Pederiva e ha visto la partecipazione, oltre che dell’autore anche di Ivo Rossi, a suo tempo Consigliere regionale e già dirigente del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Il libro di Stefano Fassina offre un punto di vista importante al dibattito attorno alla Legge Calderoli e al percorso dell’autonomia differenziata. Lo fa proponendo una ‘lettura del Nord’ che, pur non sottovalutando le preoccupazioni di costituzionalità espresse dalla Corte, spiega come sotto il profilo macroeconomico l’impianto della legge Calderoli sia rischioso anche per il settentrione, per il mondo produttivo e per la competitività dei nostri territori – ha detto   Vanessa Camani - La Corte Costituzionale, tracciando nettamente l’interpretazione degli articoli 116 e 117 della Costituzione, indica in maniera chiara percorso e metodo: archiviamo la richiesta massiva delle 23 materie, ragioniamo sulle funzioni che possono essere credibilmente esercitate in maniera efficiente dai territori sulla base di specificità e capacità, e apriamo una fase di collaborazione e confronto istituzionale vero. Esattamente ciò che non è stato fatto finora da Zaia e dalla Regione Veneto.  Per questo invitiamo il presidente Luca Zaia a tornare in Consiglio regionale, abbandonando la logica del conflitto e della contrapposizione sposata negli ultimi quindici anni, per confrontarci assieme e individuare quelle soluzioni che possano portare a una autonomia davvero utile per il Veneto. La sentenza della Corte Costituzionale segna un punto di non ritorno nel percorso per l’autonomia differenziata. Fare finta di nulla significa portare il Veneto fuori strada. Serve oggi l’intelligenza di aprire un confronto serio sul tema, largo e plurale, per capire cosa può davvero essere utile al Veneto, abbandonando posizioni ideologiche e tornando con i piedi per terra”.
Ivo Rossi ha affermato come “la recente sentenza della Corte costituzionale ha indicato specificatamente i numerosi profili di incostituzionalità della Legge Calderoli, profili peraltro già individuati in sede di discussione parlamentare, suggerendo i necessari correttivi: non esistono materie generali che possono essere richieste ma specifiche e determinate funzioni; non si possono fare richieste massive di materie ma ogni Regione deve puntualmente spiegare le peculiarità che la caratterizzano e che sono alla base della richiesta di attribuzione di funzioni; il Parlamento, che ricopre un ruolo fondamentale, deve essere centrale nel dibattito. In sostanza, la Corte costituzionale riscrive la Legge Calderoli e reinquadra il regionalismo dentro a uno spirito unitario che vede un solo popolo e una sola Nazione. Si deve cambiare prospettiva, insomma, senza negare i problemi ma dimostrando la capacità di affrontarli in concreto. Solo così potremo superare la logica del conflitto continuo tra territori, deleterio sotto il profilo istituzionale e per l’economia stessa del nostro Paese”.
L’autore, Stefano Fassina, ha innanzitutto spiegato il titolo del suo libro: ‘Perché l’autonomia differenziata fa male anche al Nord’. “Stiamo vivendo una diversa fase storica rispetto a quella in cui l’autonomia differenziata era stata pensata – ha chiarito l’autore - Ora, le politiche pubbliche sono tornate a essere decisive nella competizione globale. E quelle fondamentali le fanno gli Stati e i Governi nazionali. È sbagliato pensare a 21 regioni con competenze legislative esclusive che disciplinino in maniera differente centinaia di funzioni. Si realizzerebbe un danno significativo per le imprese e i lavoratori. Pensiamo solo alla mole di adempimenti che graverebbe sulle piccole e medie imprese, con 21 centri di produzione di norme legislative e atti amministrativi. Pensiamo a quale sarebbe il conseguente aggravio di lavoro e di costi che comprometterebbe la competitività. Vedo quindi precise ragioni economiche, al di là degli aspetti di costituzionalità messi in rilievo dalla Corte, per affermare che l’interpretazione estrema dell’autonomia differenziata fa male anche al Nord. Piuttosto, va affrontata l’evidente questione settentrionale, con l’oggettivo impoverimento del lavoro e delle classi medie. Ma le risposte devono essere diverse e costruite in chiave cooperativa”.

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