(Arv) Venezia 5 dic. 2024 - La Capogruppo Dem Vanessa Camani ha presentato oggi a palazzo Ferro Fini il libro di Stefano Fassina “Perché l’autonomia differenziata fa male anche al Nord”, Castelvecchi Editore, con prefazione di Pierluigi Bersani.
Ivo Rossi ha affermato come “la recente sentenza della Corte costituzionale ha indicato specificatamente i numerosi profili di incostituzionalità della Legge Calderoli, profili peraltro già individuati in sede di discussione parlamentare, suggerendo i necessari correttivi: non esistono materie generali che possono essere richieste ma specifiche e determinate funzioni; non si possono fare richieste massive di materie ma ogni Regione deve puntualmente spiegare le peculiarità che la caratterizzano e che sono alla base della richiesta di attribuzione di funzioni; il Parlamento, che ricopre un ruolo fondamentale, deve essere centrale nel dibattito. In sostanza, la Corte costituzionale riscrive la Legge Calderoli e reinquadra il regionalismo dentro a uno spirito unitario che vede un solo popolo e una sola Nazione. Si deve cambiare prospettiva, insomma, senza negare i problemi ma dimostrando la capacità di affrontarli in concreto. Solo così potremo superare la logica del conflitto continuo tra territori, deleterio sotto il profilo istituzionale e per l’economia stessa del nostro Paese”.
L’autore, Stefano Fassina, ha innanzitutto spiegato il titolo del suo libro: ‘Perché l’autonomia differenziata fa male anche al Nord’. “Stiamo vivendo una diversa fase storica rispetto a quella in cui l’autonomia differenziata era stata pensata – ha chiarito l’autore - Ora, le politiche pubbliche sono tornate a essere decisive nella competizione globale. E quelle fondamentali le fanno gli Stati e i Governi nazionali. È sbagliato pensare a 21 regioni con competenze legislative esclusive che disciplinino in maniera differente centinaia di funzioni. Si realizzerebbe un danno significativo per le imprese e i lavoratori. Pensiamo solo alla mole di adempimenti che graverebbe sulle piccole e medie imprese, con 21 centri di produzione di norme legislative e atti amministrativi. Pensiamo a quale sarebbe il conseguente aggravio di lavoro e di costi che comprometterebbe la competitività. Vedo quindi precise ragioni economiche, al di là degli aspetti di costituzionalità messi in rilievo dalla Corte, per affermare che l’interpretazione estrema dell’autonomia differenziata fa male anche al Nord. Piuttosto, va affrontata l’evidente questione settentrionale, con l’oggettivo impoverimento del lavoro e delle classi medie. Ma le risposte devono essere diverse e costruite in chiave cooperativa”.