Il Tar del Lazio ha sospeso la dichiarazione dello stato di emergenza per la diffusione in Puglia del batterio Xylella e il Piano d'intervento previsto per fronteggiare il rischio fitosanitario. Ha accolto così le richieste di associazioni, cooperative e aziende vivaistiche pugliesi. Intanto si è anche appreso che non è Xylella: le analisi sulla pianta di ulivo sospetta trovata in Liguria hanno dato esito negativo. E' quanto comunicato informalmente stamani dalle autorità italiane alla Commissione Ue. Lo ha reso noto Enrico Brivio, portavoce dell'esecutivo europeo per salute e ambiente.I ricorsi sui quali si è avuta la decisione della I sezione del Tar del Lazio, presieduta da Giulia Ferrari, contestavano, tra l'altro, chiedendone la sospensione, la delibera del Consiglio dei Ministri che dichiarava lo stato di emergenza, nonché il Piano d'interventi del 16 marzo scorso a firma del Commissario Delegato per fronteggiare il rischio fitosanitario di diffusione della Xilella fastidiosa nel territorio della Regione Puglia. Il prossimo 16 dicembre ci sarà la discussione di merito. Il Tar ha considerato "che gli atti nazionali oggetto dell'odierno contenzioso sono stati assunti in attuazione della Decisione di esecuzione n. 2014/497/UE della Commissione Europea relativa alle misure per impedire l'introduzione e la diffusione nell'Unione europea del batterio Xylella fastidiosa" e che il 28 aprile scorso "la Commissione Europea ha adottato un nuovo testo di Decisione di esecuzione sulla medesima questione, che si avvia a completare nei prescritti tempi il proprio iter interno ai fini della formale adozione, e a sostituire la richiamata Decisione 2014/497/CE, rispetto alla quale prevede misure differenti sia sul punto degli accertamenti tecnici da compiersi sia in ordine alle misure da adottare". Ad essere sospese, quindi, è stato spiegato, sono le misure prese dal governo e dal commissario che prevedono l'abbattimento degli ulivi malati o sospettati di esserlo, in attesa che venga completato l'iter della commissione europea che prevede misure più rigide. In particolare, prevede che negli uliveti colpiti dai focolai del batterio, dovranno essere eradicati non solo gli ulivi malati, ma anche le piante che si trovano nel raggio di cento metri dalla pianta malata in alcune zone della Puglia. Il Tar quindi rileva che "per gli atti nazionali impugnati, residua, sul piano dell'esecutività, un orizzonte temporale esiguo, dovendo essere a breve termine rimodulati in modo coerente con il nuovo testo della Decisione di esecuzione", e quindi le censure svolte dai ricorrenti sono "meritevoli di particolare apprezzamento in punto di gravità e irreparabilità del pregiudizio" e quindi alla luce dell'"imminente mutamento delle disposizioni di riferimento" vadano accolti i ricorsi.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it