(ANSA) - BARI, 02 MAG - "Noi viviamo un tempo di false
rivoluzioni, di annunci di rivoluzioni a cui non segue una
rivoluzione, ma semmai una restaurazione. Questo è il tempo che
ci è toccato. Stare lì a distinguere e ricollocare le cose coi
nomi giusti è importante, è il nostro ruolo". Il regista e
scrittore siciliano Roberto Andò, protagonista della lezione di
cinema nel teatro Petruzzelli nella sesta giornata del Bif&st,
parla della "politica come riflesso dell'impotenza oggi
dominante" e della necessità che il cinema lo racconti. Andò ha
poi parlato anche del rapporto tra crimine e cinema. "Il crimine
in generale - ha detto - è lusingato dal cinema, anche quando ne
dà una rappresentazione efferata". "La mafia uccide giornalisti
e giudici, cineasti non ne ha mai fatti fuori" sottolinea Andò,
ritenendo che "tutto quello che è avvenuto in Italia attorno a
certe fiction non ha fatto altro che fare piacere al crimine,
perché si rispecchia in un racconto del crimine che diventa
quasi attraente, seduttivo".
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