(ANSA) - BARI, 23 GIU - Circa 300 avvocati dei fori di
Bari, Trani e Foggia sono scesi in piazza oggi, come in molte
città italiane, per protestare contro la paralisi della
Giustizia e chiedere la riapertura dei Tribunali. Negli oltre
tre mesi di lockdown l'avvocatura distrettuale stima che siano
stati rinviati circa l'80% dei processi civili e penali e che
ancora oggi "la giustizia è in agonia per bulimia normativa e
regolamentare". L'iniziativa "Salviamo la Giustizia" è stata
promossa dall'Organismo congressuale forense con gli Ordini dei
tre fori del distretto. Al centro dell'attenzione
dell'avvocatura barese torna anche il tema dell'edilizia
giudiziaria, con in presidenti di Ordine e Camera penale che
chiedono al ministro di "riprendere l'iter per il polo della
giustizia barese". "Abbiamo deciso di manifestare in piazza
della Libertà a Bari, davanti al teatro Piccinni e al palazzo
della Prefettura - dice il presidente degli avvocati baresi,
Giovanni Stefanì - perché il nostro intento è richiamare
all'attenzione dell'intera collettività sulla paralisi quasi
totale della giustizia, rivendicando il nostro luogo di lavoro
che è il Tribunale e il diritto alla difesa e alla giustizia che
è diritto dei cittadini, non degli avvocati"."I diritti di
cittadini e imprese sono in attesa - continua Stefanì - ,
ostaggio di scelte inadeguate oltre che della deprecabile
situazione in cui versa la nostra edilizia giudiziaria. In
questo periodo, oltre al danno inferto dalla pandemia alla
macchina della Giustizia, il nostro territorio registra la beffa
dell'arresto dell'iter per la realizzazione del nuovo polo
giudiziario". "Il ministro - ha detto il presidente dei
penalisti, Guglielmo Starace - riapra il cassetto dove ha
buttato la pratica del Tribunale di Bari".Al Governo gli
avvocati chiedono un "piano straordinario per la messa in
sicurezza degli edifici giudiziari" e "una norma di legge, anche
con decretazione d'urgenza, che consenta lo svolgimento di tutte
le attività giudiziarie anche nei prossimi mesi di emergenza",
oltre "all'immediato stanziamento di risorse" per la "dotazione
di adeguati strumenti informatici, di linee a banda larga e di
personale tecnico di supporto per lo svolgimento in sicurezza
delle attività da remoto".(ANSA).
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