(ANSA) - BARI, 27 AGO - "L'ho inteso non solo come un film
sulla genitorialità ma su cosa significa essere figli. Certo il
tema della genitorialità resta un tema centrale, la difficoltà
di essere genitori e di restare coppia.
Sul significato del film, il regista spiega che "i personaggi si
raccontano principalmente come genitori ma sono il prodotto di
altri genitori. E poi c'è qualcosa di molto personale, io non ho
figli e quindi mi sono riferito al loro essere genitori
soprattutto avendo come riferimento i miei, è come una sorta di
corto circuito tra essere figli e genitori. E penso che fosse un
po' quello che cercava Mattia nella storia".
Il riferimento è a Mattia Torre, autore e regista del film
scomparso prematuramente, che decise lui stesso di affidare poi
a Bonito la regia. "E' stata un'esperienza per me drammatica,
Mattia era un collega ma anche un grande amico. È stato molto
difficile all'inizio - dice Bonito - , perché una cosa è
trovarsi in un film che hai pensato e con il quale convivi da
tempo, altro è trovarsi in una situazione già emotivamente così
stravolgente e poi dover indossare i panni di un altro. E' stato
faticoso, c'era un carico emotivo ma anche una responsabilità
nei confronti di Mattia". (ANSA).
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