Puglia

Università: al via test medicina a Bari, protesta studenti

Quasi 3mila candidati divisi in 57 aule in diverse sedi

Redazione Ansa

(ANSA) - BARI, 03 SET - "L'unica vera protezione dall'emergenza è la formazione". E' uno degli slogan che accompagnano il flash mob degli studenti universitari di tutta italia contro il numero chiuso, al quale ha aderito Link Bari, organizzato in concomitanza con l'inizio delle prove di ingresso di Medicina. Oggi a Bari, divisi in 57 aule all'interno di cinque diverse sedi universitarie della città, sono 2.860 i candidati che sosterranno i test. Le procedure di controllo e identificazione sono iniziate alle 8.30 e alle 12 sono cominciate le prove. All'esterno di una delle sedi universitarie dove si svolgono i test, la facoltà di Giurisprudenza in piazza Cesare Battisti, alcuni studenti hanno manifestato indossando camici da medici, mascherine ed esibendo striscioni.
    "Serve un piano di investimenti su istruzione e sanità, perché non c'è futuro senza medici" dice Noemi Sassanelli, studentessa al terzo anno di Medicina all'Università di Bari e coordinatrice di Link Medicina Bari. "Siamo qui - spiega - per manifestare contro il numero chiuso perché lo riteniamo un sistema fallimentare che negli anni ha causato le conseguenze rese oggi evidenti con l'emergenza Covid. È urgente un piano di investimenti sulla formazione".
    "Se la grave carenza di personale medico, correlata al definanziamento della formazione universitaria e all'introduzione di imbuti formativi come numero chiuso e insufficienza delle borse di specializzazione è da tempo un problema - spiega Noemi Sassanelli - , la recente emergenza Covid ha reso ancor più pressante la necessità di investimenti nella sanità e in un sistema universitario il più possibile includente. L'emergenza non è finita e, in un contesto di profonda crisi sociale - aggiunge - , non possiamo che pretendere l'assoluta priorità che formazione e sanità devono avere nella destinazione dei fondi europei, che dunque devono servire per aumentare l'accesso degli studenti all'università e a rinforzare il nostro sistema sanitario nazionale". (ANSA).
   

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