(ANSA) - BARI, 09 NOV - L'analisi delle conseguenze legate presenza di detriti nello spazio, tra cui la probabile collisione con i satelliti operativi. La stima dei costi della congestione di intere orbite dovuta alla eccessiva presenza di satelliti e detriti, valutata in circa 1,3 mila miliardi di dollari.
Il Politecnico di Bari ha partecipato a un progetto dell'Ocse sul tema dei detriti nello spazio, con un gruppo di lavoro formato dai dottorandi in 'Ingegneria e Scienze Aerospaziali', Davide Vittori ed Elena Ancona; e dal dottorando in 'Ingegneria Gestionale' Claudio Loporcaro; con il supporto dei professori Antonio Messeni Petruzzelli e Angelo Natalicchio del dipartimento di Meccanica, Matematica e Management del Poliba, e da Pierluigi Righetti, 'Flight Dynamics' manager presso l'organizzazione Eumetsat.
Nella ricerca gli autori affrontano il problema della congestione nelle orbite terrestri, svolgendo analisi di tipo qualitativo e quantitativo. Vengono identificate le conseguenze dirette e indirette collegate alla presenza di detriti e al rischio connesso, rappresentate come sistema dinamico di causa ed effetto. Questa metodologia innovativa evidenzia i rischi a lungo termine dovuti ai detriti spaziali, come la probabilità più alta di collisione per i satelliti operativi, capaci di innescare una reazione a catena che potrebbe causare ingenti costi socio-economici. La ricerca inoltre, si è concentrata nell'identificare la probabilità di un evento catastrofico nelle orbite più sensibili. Tra gli obiettivi, anche quello di identificare la quantità soglia di detriti oltre la quale i costi operativi per un satellite in una determinata regione dello spazio sono così alti da non giustificarne l'utilizzo.
Infine, con le dovute approssimazioni, è stato stimato che ammonta a circa 1,3 mila miliardi di dollari il valore economico che potrebbe essere perso se la congestione delle orbite non dovesse essere risolta rapidamente. (ANSA).
Spazio: troppi detriti possono causare danni da 1,3 mila mld
Ricerca Politecnico Bari sarà pubblicata dall'Ocse nel 2022