(ANSA) - TARANTO, 10 DIC - E' stata chiamata Taras, dal nome del personaggio della mitologia greca (figlio di Poseidone e della ninfa Satyria), considerato leggendario fondatore della città di Taranto, l'operazione dei carabinieri della sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando per la tutela del patrimonio culturale di Roma che ha portato a sgominare una presunta organizzazione dedita al traffico internazionale di reperti archeologici. Sono oltre 2mila quelli recuperati e sequestrati all'estero in due anni di attività investigativa (a a partire dal febbraio 2019) inizialmente avviata dalla procura di Roma e poi condotta dalla procura di Taranto.
I dettagli dell'operazione sono stati illustrati nella sede della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo, presso l'ex Convento di Sant'Antonio. Presenti il sostituto procuratore di Taranto Marco Colascilla Narducci, il procuratore aggiunto Maurizio Carbone, il comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, generale di Brigata Roberto Riccardi, il comandante provinciale dei carabinieri di Taranto, colonnello Gaspare Giardelli e la dirigente della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo, Barbara Davidde. Sono tuttora in corso, sia sul canale della cooperazione internazionale di Polizia che su quello giudiziario, grazie all'intensa e immediata collaborazione con Eurojust, Europol e Interpol, le attività per il rimpatrio di diversi beni localizzati in Olanda, Germania e Stati Uniti, provento del traffico illecito. (ANSA).
Archeologia: traffico internazionale reperti, 13 indagati
Inchiesta procura di Taranto. Sequestrati oltre 2mila reperti