(ANSA) - BARI, 14 FEB - Una cimice potrebbe debellare la
cosiddetta sputacchina, l'insetto vettore del batterio Xylella
fastidiosa, killer degli ulivi pugliesi. Lo indica lo studio di
Francesco Porcelli, entomologo e docente del dipartimento di
Scienze del suolo dell'Università di Bari, pubblicato sulla
rivista Insects.
Lo studio, con prove in laboratorio, mette anche in
evidenza come la cimice Zelus non ami predare l'ape mellifera e
non sia "un fitofago parassita delle piante", e dunque
l'ecosistema non subirebbe alcuna importante variazione dalla
sua introduzione.
Lo studio è diviso in due parti: nella prima si compie una
analisi dei metadati in una raccolta della bibliografia degli
ultimi 165 anni; nella seconda ci sono le prove di predazioni
eseguite per comprendere le possibilità della cimice in campo.
La cimice assassina o Zelus renardii (Hemiptera: Reduviidae)
è entrata spontaneamente in Europa nel 2012 o prima e si è
acclimatata. A quanto emerge dalle ricerche è comune trovarla
durante la predazione in diversi agroecosistemi, aree urbane e
periurbane, è innocua per l'uomo e gli insetti utili. La novità
dimostrata dalle prove in laboratorio, scrivono gli autori dello
studio, è che "Zelus predilige certe prede piuttosto che predare
qualsiasi insetto. Sceglie le sue prede in base ai loro habitat,
che includono le piante ospiti delle prede, l'abbondanza, le
dimensioni e la mobilità delle prede che incontra". Secondo
Porcelli "ora bisogna verificare la possibilità di allevare
Zelus in grandi quantità, per usarlo come un insetticida vivente
sostenibile, resiliente, rispettoso dell'ambiente e che possa
agire nei campi coltivati anche partendo da aree marginali o
protette". (ANSA).
Xylella: studio, la nuova arma in una cimice assassina
Si chiama Zelus, per debellare l'insetto che veicola il batterio