(ANSA) - BARI, 26 LUG - "Fermo restando che il malato, in
qualunque stato della propria patologia si trovi, vada posto al
centro per essere difeso, accolto, assistito e accompagnato,
registriamo, purtroppo, che cure palliative e sedazione del
dolore, esigenze ineludibili che dovrebbero essere fruibili in
ambiti ospedalieri, territoriali e domiciliari, non trovano
ancora questa diffusione. Esortiamo, quindi, ad una prudenziale
valutazione della realtà senza assolvere le inadempienze finora
registrate con percorsi legislativi di ripiego che rischiano di
non essere rimedi efficaci a livello scientifico e umano".
"Siamo ben consapevoli - proseguono i vescovi pugliesi -
della sensibilità e della delicatezza del tema che è di
drammatica attualità e, poiché riguarda la sacralità della vita,
necessita di un percorso accurato da parte del legislatore, in
un ampio confronto parlamentare che rappresenti il Paese e le
reali necessità dei suoi cittadini, scevro da logiche di parte e
possibili strumentalizzazioni". "Ogni cittadino - concludono -
ha, al di sopra dei diversi 'ius' che gli si garantiscono,
quello che si può riassumere nello 'ius vitae', ovvero la tutela
da ogni attentato contro di essa e la garanzia che la comunità
se ne prenda cura, non ricorrendo a formule parziali quando non
vi riesca. Riteniamo che ogni tentativo di giungere al fine
suddetto, senza aver posto in atto le opportune garanzie di
assistenza e ausilio, non è confacente con il rispetto della
persona". (ANSA).
Fine vita: Vescovi Puglia, non sia ripiego a inadempienze cure
Conferenza episcopale su proposta legge consiglieri regionali