(ANSA) - BARI, 22 NOV - I membri di una società salentina
attiva nel commercio di oro e metalli preziosi avrebbero
realizzato un complesso sistema di frode fiscale attraverso
società cartiere all'estero alle quali inviavano ingenti somme
di denaro simulando inesistenti acquisti di partite di oro. Poi
le ingenti liquidità bonificate, 120milioni in tre anni,
venivano prelevate in contanti per essere reintrodotte in Italia
e in parte utilizzate per ulteriori transazioni finanziarie
'estero su estero'.
Inoltre nei confronti delle società di capitali coinvolte e
delle persone che avevano ruoli nelle stesse società il gip del
Tribunale di Lecce ha disposto il sequestro preventivo di valori
e risorse finanziarie per oltre 133 milioni; tre fabbricati per
uso commerciale e artigianale, e un ramo d'azienda del valore di
circa 1,4 milioni, quest'ultimo in relazione ai reati
fallimentari contestati. Infatti il "sodalizio criminoso" - come
viene definito in una nota della Gdf - per impedire all'erario
di incassare le ingenti imposte non pagate, con una serie di
atti fraudolenti si sarebbe liberato fittiziamente degli asset
patrimoniali della società, poi fallita, trasferendoli a
un'altra società che si occupava della stessa attività e
riconducibile di fatto alla stessa governance. La sede di
quest'ultima società sarebbe stata trasferita fittiziamente in
Bulgaria nel tentativo di evitare di soddisfare le richieste dei
creditori. (ANSA).
Simulavano acquisto oro estero, 7 arresti e sequestro da 133 mln
Al centro inchiesta Gdf una società salentina