(v. 'Truffa con falsi crediti di imposta...' delle 08:08)
(ANSA) - BARLETTA, 19 GEN - Una rete di prestanome, alcuni
con precedenti penali, altri nullatenenti. Lavori edili mai
eseguiti e dichiarati su particelle catastali appartenenti a
soggetti ignari come una fondazione ecclesiastica di Roma, o su
immobili di dimensioni troppo piccole, come il locale da 35
metri quadrati per ristrutturazioni da due milioni di euro. Sono
alcuni dei dettagli emersi dalla conferenza stampa
sull'operazione della guardia di finanza che ha fatto finire
sotto indagine tre persone accusate, in concorso e a vario
titolo, di truffa e reati tributari e fallimentari. In carcere è
finito Graziano Apruzzese, 46enne di Andria ma residente a
Trani, amministratore di fatto delle società, che hanno sede ad
Andria, Trani e Roma, coinvolte nella frode e attive nella
grande distribuzione. Altre due persone sono state invece
raggiunte dal divieto temporaneo di esercitare l'attività
imprenditoriale: si tratta di una donna di 32 anni, che è
rappresentante legale e amministratore unico di alcune delle
società coinvolte, e della moglie del 46enne che è legale
rappresentante e amministratrice di diritto di una delle srl
coinvolte nell'inchiesta.
Nell'ordinanza è ricostruita "la rete" messa su dagli
indagati che "utilizzando dei prestanome hanno comunicato
crediti all'Agenzia delle entrate per lavori edili mai eseguiti
e su particelle immobiliari a loro non riconducibili, abbattendo
le imposte che avrebbero dovuto versare", ha chiarito il tenente
colonnello Enzo Quaranta, comandante della sezione tutela
finanza pubblica del Nucleo di polizia economico finanziaria
(Pef) della guardia di finanza di Barletta. Complessivamente
sarebbero stati comunicati "crediti di imposta per 20 milioni di
euro da persone risultate nullatenenti o con precedenti penali",
ha sottolineato il tenente colonnello Giuseppe Bifero,
comandante del nucleo Pef della finanza. Nell'ambito delle
indagini sono stati sequestrati beni, tra cui una villa, un
opificio, diverse unità immobiliari e conti correnti per un
valore superiore ai sei milioni di euro. (ANSA).
Truffa con falsi crediti di imposta con prestanome nullatenenti
Anche immobile ecclesiastico tra quelli dichiarati per la frode