(di Paolo Cappelleri)
(ANSA) - ROMA, 29 MAG - È scontro fra governo e Puglia sulla
gestione dell'acqua pubblica. Il governatore Michele Emiliano ha
definito "una vera e propria dichiarazione di guerra nei
confronti dei cittadini pugliesi ed italiani che credono nella
proprietà pubblica dell'acqua" la decisione del Consiglio dei
ministri di impugnare la legge approvata dal Consiglio regionale
pugliese per garantire che il sistema idrico resti sotto la
gestione pubblica di Acquedotto Pugliese e non venga messo a
gara presenterebbe. Per l'esecutivo ci sono profili di
incostituzionalità, una valutazione supportata anche dal parere
dell'Antitrust, che rileva "criticità di natura concorrenziale".
In particolare, secondo l'Autorità della concorrenza, la
costituzione della cosiddetta "società veicolo", nella quale
dovrebbero confluire le quote dei Comuni pugliesi, "sembra
rispondere alla sostanziale finalità di creare le condizioni per
l'individuazione della modalità in house di affidamento del
servizio idrico integrato in favore della medesima società
veicolo e, quindi, della società Acquedotto Pugliese". E, come
si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, questa dinamica può
"costituire un'interferenza del legislatore regionale sulla
scelta delle modalità di affidamento del SII, per legge
riservata all'Ente di governo".
"Reagiremo in maniera forte", ha promesso Emiliano,
rivendicando che "la gestione pubblica del Servizio Idrico
Integrato nell'esperienza pugliese ha garantito criteri di
efficienza e sostenibilità, nel rispetto del principio
dell'accesso equo alla risorsa idrica. Una gestione prudente,
con dinamiche tariffarie molto contenute nel tempo, improntata
alla creazione di valore per la collettività e non per i
dividendi azionari". "Vorrei ricordare - ha sottolineato il
ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto - che l'Aqp è
pubblico perché nel 2000 da presidente della Regione condussi
una battaglia contro un governo che non voleva fare questo e che
voleva addirittura un percorso opposto. Questi sono i fatti
indiscutibili, il resto è polemica che non mi interessa".
Un modo per liquidare le accuse lanciate soprattutto dal Pd.
Per il capogruppo dem al Senato Francesco Boccia, "Il ministro
Calderoli ha fatto finta, in questi 19 mesi di governo, di non
vedere norme chiaramente incostituzionali di Regioni di destra,
ma di fronte all'acqua pubblica interviene a gamba tesa con la
regia di palazzo Chigi e del ministro agli Affari europei,
Raffaele Fitto. Dietro questa scelta del governo - ha aggiunto
-, giustificata da una deformata lettura delle regole
comunitarie sulla concorrenza, c'è la volontà di mettere le mani
e di privatizzare il servizi idrico pubblico". (ANSA).
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Il Cdm impugna la legge regionale. Emiliano, un atto di guerra