(di Lucia Magi)
(ANSA) - LOS ANGELES, 02 GIU - "Questa manifestazione getta
le basi per future collaborazioni. Possiamo considerarla un
programma pilota per altre film commission e regioni interessate
a costruire un ponte tra le loro industrie cinematografiche
locali e Hollywood", dice all'ANSA il direttore dell'Istituto
Italiano di Cultura di Los Angeles Emanuele Amendola, al termine
di una settimana in cui cinque registi pugliesi hanno portato i
loro cortometraggi finanziati dalla Apulia Film Commission nella
capitale mondiale dell'entertainment.
Insieme all'Istituto, anche Consolato e Agenzia per la
promozione all'estero hanno espresso soddisfazione per
quest'iniziativa. che prevedeva le proiezioni e una serie di
incontri con produttori, agenti, attori, e professionisti
dell'industria.
"Abbiamo creato un'esperienza unica per questi registi, che
tornano a casa pieni di suggestioni e contatti utili", commenta
la giornalista della Hollywood Foreign press Silvia Bizio. È
stata lei ad avere l'intuizione di fare approdare dei lavori
proposti e finanziati dalla Apulia Film Commission al festival
New Filmmaker Los Angeles (Nfmla), da 17 anni punto di
riferimento per il cinema indipendente in città e considerato un
vivaio di talenti emergenti.
"Un agente mi ha fermata, mi ha fatto i complimenti e mi ha
allungato il biglietto da visita. Vediamo: da cosa nasce cosa",
incrocia le dita Lucia Lorè, al termine della proiezione di La
Pescatora, il suo cortometraggio ispirato alla storia vera
dell'unica donna pescatrice di Porto Cesareo. "La parte più dura
di questo lavoro - considera - è riuscire a far leggere le tue
cose a qualcuno che possa produrle e darti fiducia. Ci ho messo
cinque anni di porte in faccia per far partire questo corto. In
pochi giorni, qui, ho parlato dei miei progetti futuri con tante
persone. È rinvigorente". Sono d'accordo gli altri cineasti
selezionati dal Nfmla per questo focus sulla Puglia: Maria
Guidone che ha portato Albertine where are you?, ispirato al
personaggio più inafferrabile della Ricerca proustiana; Fausto
Romano con il suo San Vitu Rock, tragicomico racconto dalla
provincia di Lecce; Antonio De Paolo con un'onirica denuncia
della condizione delle persone transgender in Italia, Lea e il
Fenicottero.
"La cosa che mi ha colpito delle persone che fanno il nostro
lavoro qui è la voglia di condividere, di collaborare. Non hanno
quella reticenza, come custodissero qualche segreto, che invece
ho incontrato in Italia", riflette Vito Palumbo, sceneggiatore e
regista di Superjesus, commovente allegoria dei problemi legati
all'acciaieria di Taranto.
"Abbiamo accettato subito la sfida. Continuare ad attrarre
grandi produzioni, anche hollywoodiane, nella nostra terra è
fondamentale per poi sostenere i talenti locali. Ai piccoli
progetti serve un traino, un'industria florida. Ma al cinema dei
grandi produttori serve un sottobosco vivace. Le due cose si
nutrono a vicenda", afferma Antonio Parente direttore
dell'Apulia Film Commission. (ANSA).
Successo della Apulia Film Commission in missione a Hollywood
Direttore dell'IIC, Iniziativa da replicare con altre Regioni