Puglia

Aigi, alle imprese ex Ilva servono ristori immediati

L'associazione, 'riconoscimento prededucibilità non basta'

Redazione Ansa

(ANSA) - TARANTO, 08 GIU - "Non c'è alcun semaforo verde sui crediti delle aziende dell'indotto ex Ilva. L'avvenuta insinuazione al passivo che certifica la prededuzione dei crediti vantati verso Acciaierie d'Italia conferma la strategicità delle imprese che hanno sempre lavorato nello stabilimento, ma non si traduce, purtroppo, nella risoluzione della controversa questione". Lo sottolinea Aigi, associazione che raggruppa la quasi totalità delle aziende dell'indotto ex Ilva.
    "La prededucibilità delle aziende - si aggiunge - riconosciuta dai commissari straordinari che al momento esclude le aziende di autotrasporto, dovrà comunque passare al vaglio del Tribunale il prossimo 19 giugno. Ma non significa affatto soldi immediati per le imprese".
    Aigi spiega che "anche nel 2015, quando fu dichiarata l'amministrazione straordinaria dell'allora ex Ilva, molte aziende furono riconosciute prededucibili. Oggi, a distanza di 9 anni, le stesse imprese non sono ancora state ristorate dei crediti vantati verso ex Ilva, e si trascinano una situazione finanziaria complicatissima".
    L'associazione fa presente che il cosiddetto decreto salva indotto, "che oggi è legge, mette a disposizione il Fondo di Garanzia per le Pmi per l'accesso al credito al fine di sostenerne la continuità" ma "la procedura Sace è vincolata al piano industriale di AdI in As e sulla bancabilità delle aziende. Una sorta di ossimoro pericolosissimo, ove si consideri che se le aziende non vengono pagate non possono essere considerate bancabili".
    Ad avviso di Aigi "occorre sollecitare protocolli d'intesa con il sistema bancario, Mediocredito centrale e Sace nonché con i commissari delle procedure di amministrazione straordinaria che restituiscano fiducia all'intero sistema di relazioni economiche (e sociali) che sono generate dalle imprese dell'indotto. In assenza di tali soluzioni, nonostante lo sforzo compiuto dal governo, l'indotto ex Ilva - teme l'associazione - scivolerà inesorabilmente verso la chiusura delle aziende e la liquidazione giudiziale". (ANSA).
   

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