(ANSA) - BARLETTA, 17 LUG - Un apparente centro massaggi con
un tariffario definito in base al "grado di intimità" tra
operatrice e cliente. Prestazioni gratuite fornite agli
avventori più affezionati, muniti di una carta punti che ne
testimoniava la fidelizzazione. Stanze dalle pareti tinteggiate
di rosso e fornite di oli profumati e luci soffuse ma anche di
cinghie e manette per i più esigenti. È quanto hanno scoperto a
Barletta i finanzieri che con l'accusa di favoreggiamento e
sfruttamento della prostituzione, hanno arrestato due persone.
Si tratta di un uomo di 44 anni di Barletta, e di una donna di
32 anni di Andria. Il primo, Giuseppe Gammarota, è considerato
dai militari, il titolare del centro Arte del benessere e ora è
in carcere: nei suoi confronti è stato disposto dal tribunale di
Trani, un sequestro di beni, tra cui conti correnti, l'immobile
che ospitava il centro benessere, contanti e auto di lusso, pari
a 500mila euro.
La seconda invece, Daniela Del Piano, è la presunta
segretaria che aveva tra i suoi compiti quello di tenere
l'agenda e la contabilità del centro e che adesso è agli arresti
domiciliari senza braccialetto elettronico.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Trani e inserite
nelle attività di contrasto al lavoro irregolare, hanno
accertato che i due indagati per diverso tempo avrebbero
sfruttato giovani donne, italiane e straniere, impiegandole come
prostitute capaci di fornire "trattamenti erotici con tariffe
fino a 300 euro", riferiscono i militari. Il centro era
sponsorizzato su Instagram o su canali come Happyending24 o
Bakeca dove venivano pubblicate foto e video accompagnati da
"chiari messaggi erotici" mentre le prenotazioni venivano
effettuate telefonicamente con una operatrice che, usando un
linguaggio criptico, descriveva i dettagli servizi offerti,
sostengono i finanzieri che hanno bloccato uno dei clienti
mentre usciva dal centro e che avrebbe così confermato i
sospetti degli investigatori. Il tariffario variava in base alla
durata della prestazione e alle modalità con cui veniva
effettuata dalle cinque pseudo massaggiatrici impiegate tutte in
nero. Il giro di affari accertato nei primi sei mesi del 2024 è
di 312mila euro mentre lo scorso anno è stato di 624mila euro
"il 50% dei quali dato alle operatrici", annota nell'ordinanza
la giudice per le indagini preliminari, Anna Lucia Altamura.
Tutto ciò che accadeva nel centro era "sotto la costante
gestione e il controllo del titolare e amministratore". (ANSA).
Centro massaggi a luci rosse nel nord Barese, due arresti
Prestazioni gratuite per clienti con carta fedeltà