(ANSA) - BARI, 19 LUG - Quindici anni dopo la sentenza di
condanna di primo grado e dopo sette processi è diventata
definitiva la condanna a quattro anni e otto mesi di reclusione
per un 50enne accusato di aver abusato sessualmente del nipote
che, all'epoca dei fatti, aveva otto anni. I fatti risalgono al
2005-2006 e si sarebbero verificati a casa dell'uomo, zio della
vittima, in provincia di Bari.
L'imputato nel novembre del 2009 fu condannato in abbrevato
dal gup di Bari a 4 anni e 8 mesi di reclusione, la condanna fu
confermata in appello nel 2017, annullata con rinvio dalla
Cassazione nel 2018, riconfermata in appello nel 2020 e
annullata dalla Suprema Corte nel 2022 che rinviò gli atti ad
una nuova sezione della Corte d'appello di Bari che, a sua volta
(nel 2023), ha riconfermato la sentenza di primo grado. Anche
questa sentenza è stata impugnata in Cassazione fino a quando,
nei giorni scorsi, la Suprema Corte ha ritenuto il ricorso
inammissibile, quasi alla vigilia della prescrizione del reato.
Frattanto il bambino che nel 2005, quando sono cominciate le
violenze, aveva otto anni, ora ne ha 27.
"La vittima - spiega il legale di parte civile Gianfranco
Schirone dello studio legale InJuris di Bari -, grazie alla
tenacia e alla forza della madre che, immediatamente dopo aver
appreso i fatti si era trasferita nel Centro Italia per tutelare
l'altro figlio minore, ha dovuto attendere 17 anni dalla
denuncia per ottenere giustizia, alternando momenti di speranza
a momenti di sconforto e sfiducia nelle Istituzioni. Basti
pensare che oggi la vittima ha 27 anni". (ANSA).
Dopo 15 anni definitiva sentenza per violenza sessuale a Bari
La vittima aveva 8 anni, ora ne ha 27. 2 annullamenti Cassazione