Puglia

Eradicazione ulivi in area protetta, 'non siamo stati informati'

Presidente Torre Guaceto: 'No a impianti che devastano natura'

Redazione Ansa

(ANSA) - BRINDISI, 24 LUG - "Il paesaggio olivetato secolare" della riserva di Torre Guaceto "non deve essere soppiantato da sistemi che devastano la natura, prosciugano i terreni, ammazzano la biodiversità". Lo dichiara il presidente del consorzio di gestione dell'area protetta di Torre Guaceto, Rocky Malatesta, in seguito all'eradicazione di centinaia di piante di ulivi secolari, colpite da xyella, all'interno di un terreno privato, che ricade nel perimetro della riserva tra Carovigno e Brindisi. Le eradicazioni sono avvenute, spiegano dal consorzio, avendo come riferimento normativo il decreto legge, convertito con modificazioni dalla legge numero 44 del 21 maggio 2019, che consente al proprietario, conduttore o detentore a qualsiasi titolo di terreni, previa comunicazione alla Regione, di estirpare olivi in deroga ad ogni disposizione vigente anche in materia vincolistica. "Preoccupati dalla possibilità che tale normativa permettesse che si consumassero azioni che cambiassero il volto dell'area protetta", il consorzio ed il Comune di Carovigno hanno avuto modo di confrontarsi con i funzionari dell'ufficio provinciale Agricoltura e funzionari della Regione Puglia il 15 maggio ed il 6 giugno scorso. "L'interlocuzione non ha sortito gli effetti sperati. A luglio, è iniziata l'eradicazione degli ulivi secolari senza - sottolineano nella nota- che le aziende agricole responsabili ritenessero opportuno quanto meno informare l'Ente dei propri propositi".
    "Il territorio nel quale insiste il parco terrestre - ha spiegato Malatesta - è interessato dall'emergenza xylella essendo classificato come 'area infetta'. A seguito dell'attività svolta sul campo dal gruppo di lavoro del piano di gestione, abbiamo disposto che entro agosto si tenga un incontro con le aziende agricole del Parco dove si illustreranno le problematiche ambientali, agronomiche ed economiche legate ad impianti di oliveti intensivi e super intensivi e le possibili alternative che riescono a coniugare la redditività delle aziende con la tutela del paesaggio e il mantenimento della biodiversità". (ANSA).
   

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