Puglia

Mafia: latitante leccese ricercato da oltre un anno arrestato

E' Giovanni Parlangeli esponente apicale clan salentino

Redazione Ansa

(ANSA) - BARI, 13 SET - Un esponente apicale del clan mafioso salentino Tornese - Padovano, e latitante da oltre un anno è stato arrestato dalla polizia nell'ambito di una indagine coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Lecce.
    L'uomo è Giovanni Parlangeli, di 43 anni, pregiudicato, era sfuggito alla cattura e latitante dal maggio 2023. Nei suoi confronti è stata emessa una ordinanza di misura cautelare in carcere in quanto gravemente indiziato, tra gli altri, del reato di associazione mafiosa.
    L'operazione che ha portato all'arresto è stata condotta all'alba da personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile e della Sisco di Lecce, unitamente a personale della Sezione Tecnologie Applicate alle Investigazioni del Servizio Centrale Operativo, 

 Secondo quanto accertato dagli investigatori, Giovanni Parlangeli sarebbe un esponente di vertice del clan della Scu salentina che fa capo alle famiglie Tornese - Padovano attivo nei territori di Monteroni e Gallipoli.
Il latitante, resosi irreperibile dal maggio 2023, è destinatario di provvedimento di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dalla Sezione Riesame del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, in quanto gravemente indiziato, tra gli altri reati, di associazione mafiosa, ed in particolare di essere anello di congiunzione tra i Tornese e i Padovano.
Secondo gli investigatori, infatti, il Clan Tornese, sia per una storica alleanza che per motivi di "comparanza" con il clan Padovano, avrebbe esteso la sua influenza nel territorio gallipolino, proprio tramite Parlangeli che avrebbe quindi operato come referente dei due clan, rappresentandone gli interessi in relazione al controllo delle attività illecite sul territorio. Parlangeli inoltre è indagato in concorso per estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose nei confronti di un operatore economico del territorio, obbligato a corrispondere, sotto pesanti minacce, la somma di oltre 60 mila euro.
Infine, nell'ambito della perquisizione del casale di campagna situato tra Taviano e Racale in cui si era rifugiato durante la latitanza, sono stati scoperti e sequestrati documenti falsi validi per l'espatrio e molte munizioni. 
   

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