Puglia

Morti tre tifosi Foggia: vescovo, 'grande dolore, sosteniamoci'

Mons. Ferretti: "Gesù li accoglie nella sua casa di pace"

Redazione Ansa

(ANSA) - FOGGIA, 15 OTT - "Il primo pensiero che ci sale prepotente nel cuore è: non è giusto. Non è giusto morire, non è giusta la morte di un giovane: di tre giovani. Non è giusto morire in questo modo. Per questo il secondo pensiero è subito conseguenziale al primo: e Dio? Dov'è? Ma vedete, a questa domanda difficile, la risposta l'abbiamo già data riunendoci qui questa sera. Qui insieme, possiamo gridargli il nostro dolore, interrogarlo, parlargli come un figlio parla al padre". Così l'arcivescovo di Foggia-Bovino, mons. Giorgio Ferretti, che ha presieduto nella basilica cattedrale di Foggia una veglia di preghiera per i tre giovani tifosi del Foggia (Gaetano Gentile di 21 anni, Samuele Del Grande di 13 e Michele Biccari di 17) morti l'altra sera in un incidente stradale dopo aver assistito alla gara in trasferta dei rossoneri a Potenza.
    "Non sempre - ha aggiunto l'arcivescovo - il rapporto dei figli con i padri è buono. Ci sono momenti di tensione, di confronto, ma è nella casa del Padre che questa sera ci riuniamo perché lo sappiamo che lui ci ama. Sappiamo che non è lui che manda il male: lo sappiamo. La morte non è presente nel piano della creazione, essa entra nel mondo per il male che affascina e assedia l'uomo. Io vi accolgo tutti questa sera in questa nostra cattedrale. È la casa di nostro Padre, è qui che lui ci aspettava oggi per consolarci. Vorrei abbracciarvi tutti. Vi vorrei abbracciare forte".
    Come nel Vangelo letto, "anche a noi - ha sottolineato l'arcivescovo - in questi giorni il Signore dice: non piangete, io sono con voi. Vi accompagno, vi sto vicino, vi abbraccio.
    Oggi il Signore Gesù accoglie nella sua casa di pace Gaetano, Michele, Samuele. Li abbraccia, dice loro di alzarsi dalla morte e di prendere parte alla vita eterna con lui".
    "E noi - ha concluso mons. Ferretti - cosa dobbiamo fare ora? Questo è il terzo pensiero che ci sale nel cuore. Dobbiamo amarci con affetto sincero, consolarci, sostenerci. Dobbiamo unirci per diffondere il bene e combattere il male e la morte.
    Mostrare, con la nostra fede nella vita e nel Signore, che la morte non è l'ultima parola sulla vita. Gesù è con noi. Lui ha vinto la morte con la resurrezione. Lui alla fine della nostra vita ci accoglierà nel suo regno eterno di pace". (ANSA).
   

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