(ANSA) - ROMA, 25 OTT - Gli autori e gli sceneggiatori
italiani del mondo dell'audiovisivo, rappresentati dalle
associazioni 100autori, Anac e WGI, dichiarano la propria
preoccupazione in merito a quanto sta accadendo dopo che il
tribunale civile di Taranto ha accolto il ricorso, presentato
dai legali del Comune di Avetrana, teso a bloccare la serie
Avetrana - Qui non è Hollywood, chiedendo la rettifica del
titolo in quanto lesivo dell'immagine del paese, a prescindere
dal contenuto stesso del racconto "al momento ancora da tutti
ignorato". "Questa non è l'Italia, è Gotham City.
Non ci risulta che il sindaco della Grande Mela se la sia presa
con Martin Scorsese" fanno notare sceneggiatori e registi. "È un
problema tutto italiano, che si è andato ad accentuare negli
ultimi anni e che rende sempre più difficile per noi autori
raccontare storie radicate nel reale. Siamo sottoposti
continuamente a limitazioni e 'censura', a partire dalle case di
produzione e dai broadcaster che per il timore di essere
chiamati davanti al giudice e dover sospendere una produzione o
una messa in onda finiscono per comprimere lo spazio espressivo
di noi autori. È una condizione opprimente che rende quasi
impossibile raccontare con efficacia la nostra società e le sue
zone d'ombra, minando la verosimiglianza e la credibilità delle
nostre serie e dei nostri film" affermano le associazioni
augurandosi che i "giudici facciano le loro valutazioni con
tutta la serenità necessaria e siamo fiduciosi sull'esito, ma il
fatto che un tribunale abbia accolto un tale ricorso è un
precedente pericoloso che rischia di trasformarsi in un ennesimo
argomento per ingerenze future. Avetrana qui non è Hollywood
racconta fatti realmente accaduti, è ispirato a un libro, oltre
che alla cronaca di quel terribile caso. Cosa avrebbero dovuto
fare gli autori, ambientarla a Paperopoli?" (ANSA).
Registi e autori, Avetrana? Non siamo a Paperopoli
100Autori, Anac e Wgi, preoccupa provvedimento tribunale