Puglia

Garattini, l'insegnamento della salute parta dalla scuola

Lo scienziato tra gli ospiti del Tedx a Taranto

Redazione Ansa

(ANSA) - TARANTO, 10 NOV - "Noi non abbiamo in Italia una scuola superiore di sanità e questa è una proposta molto importante che spero possa partire da Taranto perché non possiamo lasciare la designazione dei dirigenti del servizio sanitario nazionale solo alla politica. Devono essere persone preparate, dobbiamo avere l'insegnamento della salute nella scuola. Basterebbe un'ora la settimana in ogni classe per realizzare qualcosa di completamente differente". Lo ha detto Silvio Garattini, farmacologo e fondatore dell'istituto 'Mario Negri', parlando dal palco del Tedx Taranto che si sta svolgendo al teatro Orfeo e ha per tema "OneWorldOneHealth', la stretta connessione tra salute ed ecosistema, il legame tra uomo e ambiente, il benessere come valore globale da difendere e diffondere.
    "E' vero - ha aggiunto Garattini - che ci vuole del tempo, ma se non cominciamo non lo faremo mai. Questo è l'appello che cercherò di fare e spero che molti lo accolgano con grande vantaggio per il sistema sanitario nazionale".
    Lo scienziato ha spiegato che "noi abbiamo oggi in medicina una situazione in cui tutto è stato sviluppato per aumentare le cure, ma nel fare questo è stato creato anche un grande mercato, che è il mercato della medicina e non ci sono mercati che vogliono diminuire. Tutti i mercati vogliono aumentare, quindi il mercato ci tiene molto a non farci sapere che la maggior parte delle malattie non piovono dal cielo, Siamo noi, con le cattive abitudini di vita, a determinarle e poi magari ci lamentiamo perchè arrivano".
    L'evento è organizzato da Its Academy Mobilità con il patrocinio del Comune. Garattini ha ricordato che "abbiamo in Italia quattro milioni e mezzo di persone malate di diabete di tipo 2, che è una malattia evitabile. Eppure, molte complicazioni visive, cardiovascolari, renali, potrebbero essere completamente evitate. Questo è molto importante che si sappia.
    Dobbiamo quindi cercare di fare in modo che il centro della medicina divenga la prevenzione e per questo ci vuole una grande rivoluzione culturale". (ANSA).
   

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