(ANSA) - BARI, 15 NOV - "Questo spettacolo è un inno alla
vita, alla sopravvivenza. Racconta due esperienze realmente
esistite che hanno vissuto un periodo molto difficile nel campo
di concentramento di Auschwitz".
Lo spettacolo narra due storie. Quella di Alfred Nakache,
nuotatore francese di origine ebraica, detentore di un record
mondiale. Ad Auschwitz era il detenuto numero 172763. C'è poi la
storia di Viktor Frankl, uno psichiatra austriaco che, subito
dopo la liberazione, ha scritto un libro sull'esperienza vissuta
e su coloro che, proprio come Nakache, sono riusciti a superare
quella prova terribile.
"Le loro storie sono la massima espressione della sofferenza,
della privazione della dignità e della libertà. Partendo da loro
- ha evidenziato Bova - vogliamo raccontare quello che ognuno di
noi vive nella propria vita quando si incontra un momento di
difficoltà, duro. Come se fosse un piccolo campo di
concentramento dal quale si vuole raccontare, suggerire, quelli
che sono stati per questi due protagonisti i modi per uscire
vivi dai campi di concentramento. Noi vogliamo parlare così di
qualsiasi forma di violenza, che sia quella contro le donne, il
bullismo, tutto quello che ti dà privazione di libertà, ti
spersonalizza".
"Ci sono caratteri - ha aggiunto - che istintivamente si
salvano e caratteri che invece lo fanno con il ragionamento. In
questo caso il nostro neuropsichiatra ha delle soluzioni
ragionate, racconta esperienze di prigionieri internati che si
sono salvati per poter dare agli altri un testo di pagine
scritte ". (ANSA).
Bova, 'Il nuotatore di Auschwitz è uno spettacolo sulla libertà'
In scena storie simbolo di come superare i momenti di difficoltà