(ANSA) - BARI, 16 NOV - Nove operatori sanitari sono indagati
dalla Procura di Bari per la morte del 33enne Bangaly Soumaoro,
originario della Guinea, che era ospite del Centro accoglienza
per richiedenti asilo di Bari. La notizia è riportata dal
quotidiano La Repubblica in un articolo in cui si precisa che
l'iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto.
Il 33enne è morto in ospedale il 4 novembre. La notizia del
suo decesso scatenò una rivolta dei migranti che ritenevano non
avesse avuto cure adeguate. La protesta durò dalla notte del 4
fino al pomeriggio del 5 novembre e sfociò in un corteo fino
alla prefettura di Bari dove i migranti sostennero che il 33enne
lamentava mal di pancia da tre giorni ma veniva curato con la
tachipirina.
Secondo quanto chiarì in quella occasione la direttrice del
Cara, il migrante si era rivolto al presidio sanitario del
centro il 2 e il 3 novembre, ricevendo le cure legate al sintomo
che manifestava, ovvero diversi problemi intestinali. Il 4
novembre, poi, fu chiamato il 118 che valutò di portarlo in
ospedale dove morì. La Tac avrebbe rilevato la presenza nel suo
stomaco di corpi estranei non riconducibili al cibo. Per fare
chiarezza fu disposta l'autopsia.
Repubblica sottolinea invece che il migrante è morto in
circostanze ancora poco chiare e che avrebbe ingerito alcune
pile, probabilmente come atto di autolesionismo. Secondo quanto
scritto dal quotidiano, Bangaly si presenta al punto sanitario
del centro per chiedere un aiuto, ha lo stomaco che gli esplode,
respira a fatica, ma non verrebbe visitato da nessun medico
perché, per andare incontro ai tagli del capitolato imposti
dalla prefettura, nel fine settimana all'interno del Cara non ci
sono medici ma soltanto infermieri. "Non abbiamo più assistenza
h24: i medici otto ore al giorno e gli infermieri per 16",
spiega a Repubblica la direttrice del Cara. (ANSA).
Migrante morto a Bari, indagati nove operatori sanitari
Il 33enne cominciò a stare male nel Cara e morì in ospedale