(ANSA) - TARANTO, 25 NOV - "Di fronte ad un governo
completamente disinteressato alla proposta che viene dal mondo
del lavoro, non resta che tornare in piazza. Di fronte alla
precarietà diffusa, ad una inflazione che si mangia stipendio e
pensioni, non resta che tornare a manifestare, perché la
questione salariale e occupazionale non è mera questione
sindacale, è questione etica strettamente connessa alla
disuguaglianze, alla povertà diffusa, al grado di disperazione
di chi non riesce a pagare cibo, carburante, bollette, di chi
non riesce a curarsi perché la salute è garantita solo a chi è
ricco e può permettersi di pagare per saltare le lunghe liste
d'attesa.
Così Giovanni D'Arcangelo, segretario generale della Cgil di
Taranto, e Stefano Frontini, segretario organizzativo regionale
della Uil Puglia, spiegando a Taranto le ragioni e le modalità
dello sciopero generale del 29 novembre prossimo.
Nel capoluogo ionico, a partire dalle ore 9.00, è previsto il
raduno del corteo che con partenza dal piazzale antistante
l'ingresso Arsenale in via Di Palma, si svilupperà lungo le vie
cittadine fino al comizio finale, previsto alle 10.30 in piazza
Maria Immacolata.
"Taranto - hanno aggiunto i due sindacalisti - è figlia di
una vera e propria azione di fallimento della politica
industriale di questo Paese. La storica vertenza ex Ilva, ma
anche quella di Hiab, Leonardo o del porto di Taranto. Ma anche
l'incredibile vicenda degli oltre 150 precari storici degli
appalti comunali. Nessuno è più è al sicuro".
E ancora "nulla si sa - concludono - dei bandi destinati al
territorio dal Just Transition Fund: ben 800 milioni di euro che
l'Unione Europea ha previsto per investire in quelle aree dove è
urgente, e diremmo vitale, superare il modello di produzione
industriale a carbone. La data del 29 novembre si annuncia
dunque di grande significato sia a livello nazionale che a
livello locale". (ANSA).
Cgil e Uil, a Taranto fallimento della politica industriale
Il 29 novembre adesione a sciopero generale e corteo