Puglia

Volley: Ortona, ricorso al Coni contro ripetizione gara a Lecce

Interrotta per malore spettatore, abruzzesi a tre punti dal 3-0

Redazione Ansa

(ANSA) - ORTONA, 31 DIC - L'Impavida Sieco Ortona non ci sta e dice 'no' alla ripetizione della gara di Lecce dello scorso 24 novembre decisa dopo il ricorso vinto dai salentini alla Corte Sportiva di Appello: la Sieco Service Ortona aveva praticamente vinto già sul campo con quello che sarebbe stato un netto 3-0.
    La gara era stata interrotta sul 17-22 del terzo set, con gli ortonesi avanti di due set a zero, per un malore fatale che aveva colpito uno spettatore.
    "In data odierna, la Sieco Service Impavida Pallavolo Ortona, per il tramite del proprio presidente Andrea Lanci, ha conferito mandato - si legge in una nota della società ortonese - all'avvocato Nicola Napolione di depositare ricorso presso il Collegio di Garanzia dello Sport del CONI, con sede in Roma, avente ad oggetto l'impugnazione del provvedimento C.U. n.
    5/2024 emesso dalla Corte Sportiva d'Appello, che ha disposto la ripetizione della gara di pallavolo maschile Serie A3 Nazionale n. 1228, disputata in data 24 novembre tra Aurispa Alessano Lecce e Sieco Service Impavida Pallavolo Ortona, al fine di ottenere l'integrale riforma del suddetto provvedimento L'avvocato Nicola Napolione, del Foro di Chieti, esperto in diritto sportivo provvederà nei prossimi giorni al deposito del ricorso ed ai relativi atti conseguenziali".
    Per la società ortonese la decisione della Corte Sportiva di Appello "è ingiusta e non tiene conto degli oggettivi riscontri del campo, ben puntualizzati nel referto arbitrale: per la sua decisione, la Corte Sportiva di Appello ha preso in considerazione la dichiarazione di uno dei medici della Aurispa Links Per la Vita Lecce che, si cita testualmente, 'aveva risposto di non sentirsela per quello che era accaduto'. Questa giustificazione appare labile e la sentenza eccessivamente penalizzante per la Sieco Service Impavida Ortona, soprattutto se presa su tali basi. Una decisione che appare inopportuna non solo dal mero punto di vista sportivo, ma soprattutto da quello morale perché con questa sentenza si da l'impressione di voler speculare su una tragedia per poter ripetere una gara che era a tutti gli effetti persa (o vinta, a seconda dei punti di vista)". (ANSA).
   

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