Puglia

Usb, 'sciopero lavoratori call center contro contratto-pirata'

Sit in a Taranto. 'Confcommercio prende distanze da Assocontact'

Usb, 'sciopero lavoratori call center contro contratto-pirata'

Redazione Ansa

(ANSA) - TARANTO, 21 MAR - "L'incontro di oggi con il direttore della Confcommercio di Taranto, Tullio Mancino, ha consentito di apprendere che l'associazione datoriale prende le distanze da questo atteggiamento e si propone di riportare Assocontact nel perimetro della contrattazione collettiva". Lo sottolinea Francesco Marchese dell'Usb Lavoro Privato nel giorno dello sciopero nazionale indetto dal sindacato contro il contratto siglato da Assocontact (che aderisce a Confcommercio) e Cisal per i call center che ha sostituito il contratto nazionale delle telecomunicazioni ed è ritenuto peggiorativo per i lavoratori. Tra le conseguenze segnalate dai sindacati ci sono il blocco delle retribuzioni per tre anni e la cancellazione della clausola di salvaguardia che va a garantire la tutela occupazionale in caso di cambio di appalto. Un sit-in degli operatori di call center si è svolto questa mattina davanti alla sede dell'associazione dei commercianti.
    Tra le aziende che hanno applicato in maniera unilaterale il nuovo contratto, a partire dall'1 febbraio scorso, c'è Network Contacts, che occupa in Puglia circa 6mila lavoratori (oltre 400 a Taranto) Il direttore di Confcommercio Mancino ha annunciato un incontro con i sindacati per il 4 aprile con Assocontact, "in vista del quale - osserva Marchese - ci aspettiamo una convocazione e nel quale porteremo le nostre rivendicazioni, così come nel tavolo interministeriale (Ministero Lavoro e Ministero delle Imprese e del Made in Italy). Prendiamo atto di questo impegno considerando che fino ad ora Confcommercio negli annunci si dichiara nettamente a sostegno dei diritti dei lavoratori e contrario al dumping contrattuale, ma ha in casa propria, ossia tra i consociati, Assocontact che firma contratti capestro".
    Per il sindacalista "la crisi dei call center è la crisi del sistema dell'appalto che va certamente disciplinato. Diciamo no alle gare al massimo ribasso e alla competizione sfrenata, ispirata al profitto, che si scarica sul costo del lavoro".
    (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it