(ANSA) - BARI, 16 APR - "Non possiamo far altro che
attendere il deposito delle motivazioni per analizzare il
percorso logico giuridico seguito dal giudicante. Ricordando
come il caporalato e lo sfruttamento del lavoro sono in ogni
caso un fenomeno diffuso non solo nel settore agricolo e che se
c'è un intermediario che lucra sulla fatica di tante persone,
stranieri e non, è perché ci sono imprenditori senza scrupoli
che provano a massimizzare profitti comprimendo diritti e salari
rivolgendosi attingendo manodopera da circuiti irregolari".
Gagliardi ricorda che la Flai è costituita parte civile nel
processo ancora in corso a Trani a 6 persone accusate di
intermediazione illecita e sfruttamento sempre nell'ambito del
procedimento legato alla morta di Paola Clemente. "Un processo -
dice - che inizialmente ha avuto un cammino lento mentre adesso
sta procedendo speditamente. La speranza è che si faccia di
tutto per evitare la beffa della prescrizione e che si possa
fare chiarezza su quanto avvenuto in questa vicenda, sempre
nell'ottica della tutela di tutti i lavoratori".
"La sentenza - sottolinea Gesmundo - ovviamente non cancella la
gravità di un fenomeno che sono le azioni investigative di
magistratura e forze dell'ordine a far emergere periodicamente,
con casi accertati davvero al limite della schiavitù. Merito va
alla legge 199 contro il lavoro nero e il caporalato, che ha
offerto strumenti importanti di contrasto a queste forme di
insopportabili di violazione della dignità di lavoratori e
lavoratrici. Il caso di Paola Clemente ha portato
all'istituzione di quella legge e come Cgil siamo stati fin dal
primo giorno vicini alla sua famiglia, e continueremo a farlo
fino a quando non sarà accertata la verità e perché episodi così
drammatici non debbano mai più verificarsi". (ANSA).
Bracciante morta: Cgil Puglia,sentenza non cancella sfruttamento
Restiamo a fianco della famiglia di Paola Clemente