Puglia

Un team di Bari nella scoperta dei marcatori di malattie renali

Studio internazionale con ricercatori di Amburgo, Parigi e Roma

Redazione Ansa

(ANSA) - BARI, 27 MAG - Un biomarcatore utile a rilevare e monitorare la cosiddetta sindrome nefrosica, ovvero la presenza di proteine nelle urine. Un anticorpo di cui finora non era stato valutato il ruolo nelle malattie renali. A scoprirlo, è stato un team di ricercatori internazionale di Amburgo, Bari, Parigi e Roma. Tra gli autori della ricerca, pubblicata rivista New England Journal of Medicine, c'è il professor Loreto Gesualdo del Policlinico di Bari e docente dell'Università di Bari.
    Lo studio ha coinvolto 539 pazienti di età adulta e pediatrica, con sindrome nefrosica legata a malattie dei reni come le lesioni minime, la glomerulosclerosi focale segmentale primaria e la nefropatia membranosa. La sindrome sarebbe causata da un danno alle cellule che si occupano di filtraggio dei reni e che permettono di espellere le proteine.
    I ricercatori hanno introdotto un nuovo approccio di analisi attraverso cui hanno scoperto una presenza significativa di anticorpi antinefrina in pazienti con malattia a lesioni minime e sindrome nefrosica idiopatica, sottolineando il loro ruolo come marcatori cruciali dell'attività della malattia.
    "I risultati rappresentano un passo avanti significativo nella comprensione e nel trattamento delle podocitopatie (malattia glomerulari dei reni) - sottolinea Gesualdo - aprendo nuove prospettive per migliorare la gestione e la diagnosi di queste patologie complesse".
    Il direttore generale dell'azienda ospedaliero-universitaria Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce, evidenzia "il ruolo strategico svolto dall'interazione ospedale-università nel raggiungimento di risultati significativi con ricadute pratiche sulla gestione diagnostica e terapeutica dei pazienti affetti da malattie renali".
    Per il rettore dell'Università di Bari, Stefano Bronzini "il lavoro di squadra e le connessioni internazionali premiano e portano a risultati significativi. Siamo orgogliosi di annoverare tra gli autori docenti dell'Università di Bari guidati da Gesualdo, punto di riferimento della ricerca più avanzata sulle patalogie renali". (ANSA).
   

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