Accessibilità

Parte in Italia progetto per cura cicatrici di guerra in Ucraina

Metodo innovativo favorisce rigenerazione pelle in 3 step

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 23 FEB - A due anni dall'inizio della guerra in Ucraina, i morti e i feriti continuano ad aumentare: il rapporto Onu del 5 ottobre scorso parlava di oltre 10mila vittime tra i civili e diverse decine di migliaia di feriti, e la situazione ad oggi non è certamente migliorata. Per offrire cure a chi porta ogni giorno i segni di guerra sulla propria pelle il progetto umanitario RigeneraDerma lancia 'Mission to Kiev', un'iniziativa per curare le cicatrici di guerra in Ucraina con la metodologia 'Biodermogenesi'. L'idea è di Maurizio Busoni, docente presso il Master di Medicina Estetica delle Università di Barcellona e Camerino, che si avvale di un gruppo di esperti tra cui Anna Shemetillo, referente in Ucraina in quanto Medical Director Academy of Advanced Aesthetics UA di Kiev.
    Presente in 32 Paesi nel mondo e utilizzata in numerose università italiane ed estere, a differenza delle altre tecnologie che determinano un danno iniziale destinato a stimolare la riparazione dei tessuti, Biodermogenesi agisce favorendo direttamente la rigenerazione cutanea erogando tre tipi di stimolazioni (vacuum, campi elettromagnetici ed una leggerissima stimolazione elettrica), riesce a riattivare il circolo cutaneo, favorendo il recupero del normale calibro dei capillari, con conseguente ossigenazione del tessuto.
    Contemporaneamente i campi elettromagnetici favoriscono la formazione di nuove fibre elastiche e di collagene che permettono di rimodellare il tessuto cutaneo, avvicinandolo alla sua forma migliore. "Nonostante la storia dell'umanità sia stata scandita dalle guerre - spiega Busoni - nessuno si è preoccupato di curare le cicatrici dei feriti sopravvissuti, che sono stati abbandonati a loro stessi, con problemi di relazione causati proprio dalle cicatrici, talvolta deturpanti, e molte volte impossibilitati a rientrare nel mondo del lavoro, perdendo di conseguenza la propria indipendenza economica. Ad oggi non esiste un protocollo terapeutico convalidato, né una scala di valutazione del danno. Pertanto siamo partiti dallo studio delle cicatrici di guerra e delle loro conseguenze, quali ad esempio dermatiti gravi e talvolta croniche o devastanti forme di tumore cutaneo come le ulcere di Marjolin, sviluppando una scala di valutazione di tali cicatrici che abbiamo chiamato Powasas, Patient and Observer WAr Scar Assessment Scale. La scala verrà adottata per tutta la durata di Mission to Kiev e permetterà inizialmente di determinare la gravità delle lesioni e successivamente di valutare i miglioramenti apportati. Saranno quindi raccolti i dati di tutti i pazienti curati al fine di pubblicare degli studi clinici destinati a ridurre il vuoto informativo nell'ambito della cura delle cicatrici di guerra".
    (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it