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'Pochi posti, bimbi disabili fuori dai centri estivi'

Una madre denuncia, 'fondi stanziati tardi e tutor a pagamento"

'Pochi posti,bimbi disabili fuori dai centri estivi'

Redazione Ansa

(di Maria Elena Marsico)

Fondi stanziati troppo tardi, posti limitati, poche ore disponibili. Con una conclusione: "i bambini con disabilità vengono così esclusi dai centri estivi" della Capitale, a patto che il genitore accetti alcune condizioni. È la denuncia che arriva da parte di Stella Sciarrone, la rappresentante delle famiglie dei minori disabili visivi della regione Lazio all'interno del comitato consultivo dell'Asp Sant'Alessio. Una realtà, questa, che secondo quanto raccontato dalla donna, che interesserebbe quasi tutti i municipi della Capitale, fatta eccezione per l'VIII, a Sud di Roma, che nei mesi estivi finanzia le cooperative per un servizio pubblico a pagamento o convenzionato.

Ma "i bambini con disabilità, di qualsiasi età, che frequentano le scuole statali non hanno diritto a questi centri estivi finanziati dal municipio", spiega Sciarrone che in un sondaggio ha coinvolto circa 60 genitori di bimbi ciechi o ipovedenti per avere un quadro più chiaro in tutta la città. Una "esclusione" che potrebbe venire meno a qualche condizione, in alcuni casi. C'è chi offre la possibilità di fornire un assistente "a 20 euro all'ora per un mese", chi ha disponibilità di posti limitati per due settimane, chi per quattro ore al giorno. Soluzioni, però, che andrebbero a gravare economicamente troppo sulle famiglie o comunque sarebbero difficili da accogliere a livello organizzativo, come spiegato, senza una reale continuità.

"Mia figlia ha bisogno della relazione sociale per non regredire", racconta ancora Sciarrone, mamma di una bambina di 7 anni non vedente. Infatti, mentre i compagni di scuola si incontreranno tra loro nei mesi estivi e a settembre rientreranno gradualmente facendo attività tutti insieme, i bambini con disabilità "rimarranno a casa", proprio loro che avrebbero maggiormente bisogno, quindi, di relazionarsi con i compagni e di avere stimoli. Il problema, però, secondo la rappresentante delle famiglie del Sant'Alessio non sarebbe delle scuole - dove si svolgono i centri estivi - che in questa situazione rappresenterebbero solo una "location", ma "del servizio del municipio svolto dalle cooperative all'interno della scuola".

Dove a monte resta "la troppa burocrazia che non porta a una reale soluzione". Questo perché i soldi ci sarebbero, come spiegato a Sciarrone, ma "sono stanziati così tardi che non c'è il tempo di organizzarsi per assumere Oepac, l'operatore educativo per l'autonomia e la comunicazione". La richiesta da parte della rappresentante delle famiglie del Sant'Alessio, dunque, è apparentemente semplice: "uguaglianza e inclusione". "Sembrano parole banali - dice - ma non vengono garantite", ma sono necessarie affinché i bambini non vengano più esclusi".    

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