Terzo Tempo

Dal reparto allo stadio per vincere la Sla, la storia di Luca

Grazie a gruppo 'InterNati' è riuscito ad uscire dall'isolamento

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 21 NOV - La passione per la squadra del cuore puo' anche aiutare a rompere l'isolamento imposto dalla malattia. Lo dimostra la storia di Luca Leoni, milanese doc e malato di Sla, che proprio nella passione per l'Inter, tramandatagli dal padre, ha trovato un modo per uscire dalla solitudine. Tutto merito del gruppo degli InterNati, fondato nel 2017 dall'architetto Stefano Boeri, che si è evoluto in una rete di oltre 130 persone unite non solo dalla fede calcistica per l'Inter ma anche dal desiderio di fare la differenza. ""È stato Boeri ad unirmi al gruppo", racconta Luca. "Questo mi ha permesso di ritrovare tanti amici dei tempi del liceo e dell'università, e ha dato inizio a un percorso di ritorno alla socialità". A creare la comunità dei tifosi "nati con l'Inter nel cuore", il gruppo WhatsApp costituito da volti noti del mondo della cultura, dell'arte, della musica, del food, della televisione. Tra loro il cantautore bresciano Francesco Renga, fan nerazzurro. Leoni, Presidente Onorario del Club calcistico, grazie al senso di appartenenza al gruppo è riuscito a rompere un muro spesso presente nelle vite di chi affronta la malattia.
    "Ogni giorno ci sono 300 o 400 messaggi nel gruppo, e mi tengono grande compagnia," spiega Leoni. Un contatto quotidiano che gli offre uno spazio di socialità e svago, trasformando la sua passione calcistica in un'opportunità di connessione umana. Ma il tifo ha sempre fatto parte della sua vita: "Ho sempre tifato Inter. Mio padre è stato il cardiologo dell'Inter ai tempi di Masseroni e il calcio è sempre stata una grande passione". Da quando fa parte del gruppo, Leoni ha avuto l'opportunità di collaborare con importanti figure dell'Inter come il Presidente Marotta, e Alberto Bassani, Responsabile delle attività sociali del club e insieme hanno realizzato eventi benefici.
    Il Club degli InterNati, però, in questi anni, ha fatto un pezzetto in più. Alla fede calcistica è seguita l'opportunità di solidarietà e la coesione ha creato una vera e propria Comunità.
    Tra le iniziative, un'asta solidale che metterà in palio maglie autografate dei giocatori, con l'obiettivo di raccogliere fondi da destinare al Centro Clinico NeMO, specializzato nella cura e ricerca per le malattie neuromuscolari. Ed è interessante che l'amore per lo sport ma anche per il Club sia nato e cresciuto proprio nel reparto del Centro Clinico NeMO di Milano, all'Ospedale Niguarda, dove Luca è seguito nel suo percorso di cura. "Posso dire che la passione per il tifo ha creato un legame speciale con le dottoresse che mi seguono al NeMo. Un interesse comune che ci ha permesso di instaurare un rapporto di amicizia che va oltre il contesto medico. Oggi, non solo condividiamo il percorso di cura, ma anche la gioia di andare insieme alle partite".
    "La cura c'è, dobbiamo solo scoprirla," ricorda Aisla, rivolgendosi a tutti coloro che ogni giorno lottano contro la Sla e che credono nella forza della ricerca. Attraverso la partecipazione di personaggi di spicco dello sport e dei rappresentanti del tifo organizzato, la diretta streaming dell'evento 'La promessa per la ricerca', prevista questa sera dalle 19 alle 22, è un esempio di come lo sport possa diventare un potente veicolo di speranza e inclusione. I veri sportivi, quelli che sanno "andare oltre ciò che sembra possibile," si schierano al fianco di Aisla per sostenere la ricerca che un giorno potrebbe cambiare la vita di migliaia di persone. "Un invito a tutta la comunità a unirsi per la ricerca, a dimostrare che il cuore, neroazzurro o di qualsiasi altro colore, può fare la differenza. È la promessa di lottare insieme, fino all'ultimo, perché la cura possa vincere sulla malattia".
    (ANSA).
   

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