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A Bologna si potenzia la rete per assistere i disabili gravi

Sono 300 persone con forme gravi o gravissime sul territorio

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 02 OTT - Un'assistenza dedicata, semplificata, sempre più accessibile, in prossimità del domicilio e con personale formato adeguatamente anche dal punto di vista relazionale, per essere in grado di gestire possibili episodi di agitazione, retrosia, aggressività dei pazienti più fragili. È questo l'obiettivo della rinnovata rete di cura per i disabili gravi e gravissimi dell'azienda Usl di Bologna. Nato oltre dieci anni fa, il percorso Dama, acronimo di Accoglienza medica avanzata per le persone disabili dalla nascita coinvolge circa 300 pazienti sul territorio bolognese e ora viene potenziato e allargato.
    "Agiamo sull'esperienza già consolidata in questi anni che ha visto come apripista l'equipe Odontoiatrica del Bellaria diretta dalla dottoressa Anna Maria Baietti - commenta in conferenza stampa il direttore generale dell'azienda Usl di Bologna, Paolo Bordon - e abbiamo esteso il percorso nato in ospedale anche sul territorio, dall'Appennino alla città di Bologna, usando le nostre centrali operative, con un approccio multiprofessionale e multidisciplinare". La nuova organizzazione di Dama è centrata sul medico di medicina generale e sulla segnalazione che deve fare ai dodici Punti di coordinamento dell'assistenza primaria (Pcap), presenti nelle case di comunità dei diversi distretti. È poi l'infermiere del Pcap che si mette in contatto con la famiglia ad acquisire la visione globale del paziente e a indirizzarlo allo specialista, favorendo l'accorpamento di più prestazioni in un unico accesso ai servizi.
    "Per i disabili gravi può essere un problema grandissimo fare anche solo un esame del sangue o un elettrocardiogramma - spiega il presidente di Anffas Bologna, Gaspare Vesco - Sempre di più c'è bisogno di avere servizi che sappiano accogliere queste persone con attenzione e pazienza". L'azienda Usl ha già formato il personale infermieristico al nuovo percorso Dama: "Anche nei Cau (centri assistenza urgenza) - aggiunge Bordon - ci deve essere l'indicazione all'attivazione del percorso Dama per la presa in carico migliore di questi pazienti". (ANSA).
   

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