(di Emanuela De Crescenzo)
"Per la prima volta c'è un cambio culturale" nei confronti delle persone con disabilità grazie all'approvazione in Consiglio dei ministri di due decreti attuativi della legge quadro sulla disabilità, il più importante riguarda le nuove modalità di accertamento della condizione di disabilità civile e la realizzazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato della persona con disabilità. A sostenerlo è la ministra per le disabilità Alessandra Locatelli spiegando che in entrambi i casi l'intento è sburocratizzare, snellire e semplificare le procedure.
Tutto questo per mettere le persone con disabilità "al centro con l'obiettivo di consentire loro di vivere e partecipare alla vita sociale secondo un principio di uguaglianza" come ha sottolineato la premier Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa al termine del Cdm. Così come prevede la Convenzione Onu che sancisce il pieno esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, delle libertà e dei diritti civili e sociali nei vari contesti di vita, liberamente scelti. La nuova normativa, inoltre, si allinea all''Agenda Europea 2021/2030 e al Pnrr.
Una riforma che vedrà l'applicazione dal primo gennaio del 2025 in via sperimentale in alcune aree del Paese per consentire l'aggiornamento delle definizioni, dei criteri e delle modalità di accertamento e poi entrerà a regime nel 2026. Il procedimento unitario e soprattutto unificato per l'accertamento dell'invalidità civile sarà infatti affidato dal 1 gennaio 2026 all'Inps.
"Un giorno importante e rivoluzionario" perchè, ha puntualizzato Locatelli, "adesso le persone spesso si ritrovano con patologie cronico degenerative accertate a dover rifare le visite di controllo dopo 2-3 anni e questo non è giusto e dignitoso". Sulla valutazione multidimensionale, ha chiarito la ministra, "introduciamo il progetto di vita: significa che mentre ora le persone sono costrette a bussare ai servizi sanitari, territoriali e alla scuola, noi diciamo che bisogna fare un'unica conferenza dei servizi, una equipe multidimensionale che in unico documento dà le risposte ai bisogni della persone".
Praticamente uno stop alle tante file per esigenze sanitarie, socio-sanitarie o sociali ma una sola commissione che valuterà appunto ciò di cui ha bisogno la persona, direttamente con lei. I fondi a disposizione per l'attuazione sono 350 milioni di euro a partire dal 2026, a cui si aggiungeranno ogni anno 85 milioni. Un percorso corale, a cui hanno partecipato le principali associazione del settore, l'Anci e l'Inps, che proseguirà da qui al 2026 "per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità".