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Angsa,parole Vannacci pugno allo stomaco di migliaia di famiglie

Genitori persone con autismo "è violenza feroce che serpeggia"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 29 APR - "Un pugno nello stomaco di centinaia di migliaia di famiglie italiane, impegnate ogni giorno a superare ostacoli, disservizi e solitudine per dare un presente e un futuro di dignità ai propri figli". Così, in una nota, Giovanni Marino, presidente nazionale Angsa (Associazione nazionale genitori persone con autismo) interviene sulle parole del generare Roberto Vannacci sulle classi differenziate per i ragazzi con disabilità, definendole "un segno della violenza sorda e feroce che serpeggia ovunque nel nostro tempo". "E' la violenza della superficialità - afferma - quella che semplifica e risolve i problemi pensando di cancellare la complessità aprendo ghetti chiusi con anni di lotte, impegno e studio, con la ricerca quotidiana di una soluzione tesa a rendere la vita dei disabili degna di essere vissuta ad iniziare dai banchi di scuola. Le classi separate evocate dal generale Vannacci sarebbero il ghetto, per tutti i disabili ed in particolare per i ragazzi con autismo che ne sono la maggioranza. E' come dire alle famiglie, lasciate stare, non perdete tempo a migliorare la vita dei vostri figli. Il suo non è un pensiero isolato, folcloristico. Nei mesi scorsi con parole diverse, ma sostanzialmente simili, la stessa ipotesi è stata evocata da Galli delle Loggia, noto intellettuale. Vuol dire che il tema è argomento di riflessione sottovoce e ipocrita, di una parte della società civile. Il nostro paese porta alta la bandiera dell'inclusione che è valore e patrimonio di tutte le forze politiche, il Parlamento ha prodotto leggi considerate un esempio in Europa e nel mondo. Il generale Vannacci, se eletto quale Italia andrà a rappresentare nel Consiglio europeo? E' triste constatare che per raccogliere qualche ipotetico voto in più non si esita a candidare personaggi che immettono nel tritacarne della comunicazione politica robuste dosi di cinismo e nelle case delle famiglie con un disabile riversano ottusa violenza". (ANSA).
   

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