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Sesso e disabilità, 'da pdl visione riduttiva e pericolosa'

Coordown, partire da educazione sessuale sin dall'adolescenza

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 18 SET - "Una visione parziale, riduttiva e per molti versi pericolosa in termini culturali del tema dell'affettività e della sessualità delle persone con disabilità": questo il giudizio di Coordown, che coordina le associazioni delle persone con sindrome di Down, sulla proposta di legge, approdata in Commissione Affari Sociali (Atti Camera 1432, Furfaro e altri) che prevede l'"Istituzione della figura professionale dell'operatore per l'emotività, l'affettività e la sessualità delle persone con disabilità".
    "La proposta di legge - osserva Coordown - riduce il campo ad una improbabile prestazione sessuale preordinata, ignora come la sessualità riguardi persone profondamente differenti e non a un tipo standard (maschio con disabilità motoria), elude il fatto che sussistano evidenti differenze di genere. Il testo è lontanissimo dalla visione di CoorDown e di molte altre organizzazioni, professionisti, persone e famiglie. La proposta ha il merito di riaccendere i riflettori su disabilità e sessualità, riteniamo però necessario riaffermare alcuni elementi per inquadrare al meglio ponderate riflessioni e conseguenti azioni". Si tratta, secondo il coordinamento, "non di un diritto al mero atto sessuale - momento personalissimo che non si può rinchiudere in una norma - quanto piuttosto del diritto a ricevere un'educazione affettiva sessuale comprensibile e adeguata alle proprie peculiarità".
    "Il primo ostacolo nel rendere effettivi questi diritti - spiega Antonella Falugiani, già presidente di CoorDown e oggi delegata per il tema dell'affettività e sessualità - di natura culturale, sono gli stereotipi, ancora persistenti nonostante tutto: considerare la persona con disabilità come un eterno bambino, asessuato o privo di stimoli; ricondurre le sue umane pulsioni fra i comportamenti-problema a cui rispondere con soluzioni "sanitarie" o di contenimento o più banalmente ignorandole. Sono ignorate le voci e i desideri delle persone con disabilità, e la necessità di superare il tabù che vuole la sessualità delle persone con disabilità esclusa dal discorso pubblico. Sono stereotipi trasversali e stratificati che influenzano anche moltissime famiglie, lasciandole disorientate, prive di strumenti e di supporti per affrontare al meglio la crescita e lo sviluppo dei propri figli e delle proprie figlie.
    è questa la prima urgenza che dovrebbe trovare una sponda anche normativa: favorire percorsi di formazione consolidati ma anche con un affiancamento personalizzato per persone con disabilità e per le loro famiglie che siano davvero corrispondenti alle esigenze di crescita e autodeterminazione". La scuola, secondo CoorDown, "può rappresentare un'occasione formidabile per educare tutti all'affettività e alla sessualità. Per sfruttarla appieno i momenti educativi devono essere adeguati ai linguaggi e alle particolarità di ognuno in modo da garantire uguali opportunità". (ANSA).
   

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