"Ma siamo sicuri di essere al festival di Sanremo?". La sacralità della conferenza stampa del mattino, all'Ariston, è interrotta dall'ironia e dalla comicità di Teresa Mannino, che irrompe sui dati record sciorinati dall'azienda.
Mannino-show quando, in versione valletta, aiuta Amadeus per il sorteggio degli abbinamenti cantante-artista presentatore di stasera, aggirandosi tra i tavoli con la boccia piena di palline. "Ama, ti piacciono 'ste cose paesane, sembra la tombolata. Non avevi niente da fare, vero?, ti riempi le giornate così. Ma poi, senti un po', Annalisa è incinta o no? Io non so niente, sto sempre chiusa nell'armadio e poi mi metto a fare Sanremo", ironizza.
Ma c'è anche il momento serietà, quando le chiedono del suo futuro. "Uno show in prima serata su Rai1? Vedremo. Bisogna avere l'idea, delle cose da dire - spiega l'attrice siciliana -.
L'editore va di conseguenza: in Rai ci sono 3mila paletti, tutto è visto come politicizzato. Nelle reti private sei più libera, c'è meno censura. O autocensura. Da quando so di dover fare il festival mi faccio mille domande: ma questa cosa la posso dire? Normalmente dico quello che voglio e basta. E alla fine lo farò, anche perché siamo in diretta e nessuno mi può tagliare. Rifarei subito Zelig, se lo facessero in diretta, come essere a teatro".
Da qualche tempo il teatro è diventata la sua casa, "ma non c'è una ragione vera, mi piace il rapporto diretto con il pubblico, che sceglie mesi prima di venirti a vedere".
Mannino viene coinvolta suo malgrado anche nella polemica del giorno, quella sull'ipotesi di pubblicità occulta durante l'ospitata di John Travolta. "Mi piace che ci sia attenzione su quello che è successo, però ci dobbiamo ricordare che siamo colonia americana. Questo è niente: siamo sudditi. Arriva Travolta e fa quello che vuole, e Amadeus manco se ne accorge preso dai balletti e dalle foto di suo figlio". "Noi siamo coloni, dobbiamo stare zitti come dobbiamo stare zitti su tutto il resto", conclude.
Mannino show, sulle tv private meno censura che in Rai
"Travolta? Siamo colonia americana, dobbiamo stare zitti"