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Il Tre, 'non chiamatemi solo rapper, sono un artista a 360 gradi'

In gara a Sanremo con Fragili "anche per combattere miei demoni"

Redazione Ansa

Rapper si' , ma con moderazione. Il Tre, nome d'arte di Guido Senia, classe 1997 da Santa Maria delle Mole (Roma), e' partito da li' , dal mondo urban ma il percorso che ha intrapreso lo ha portato ben piu' lontano. "Vengo da quello, ma mi sono evoluto e non faccio piu' solo rap. Definirmi solo rapper e' limitativo, mi piace anche il pop e le mie influenze musicali sono tante, ascolto di tutto da Zucchero a Tiziano Ferro, passando per Francesco Guccini e Edoardo Bennato (e per la serata delle cover avra' al suo fianco Fabrizio Moro, ndr). Mi considero un artista a 360 gradi. L'importante e' fare musica", racconta calcando sul suo colorito accento romano. Pop e rap, dunque, che si mescolano e lo hanno portato sul palco del festival di Sanremo, in gara con il brano Fragili che utilizza per la prima volta all'Ariston l'extrabeat, una tecnica del rap che permette di andare al doppio della velocita' rispetto alla base. Partito da zero, senza quelle che considera "scorciatoie", ovvero i talent, con la gavetta e' oggi uno dei rapper piu' amati dai giovani e con solo due dischi all'attivo ha conquistato le classifiche italiane posizionando entrambi i suoi lavori - ALI e Invisibili - in vetta alla classifica Fimi/Gfk (e ottenendo anche quattro dischi di Platino e due Oro). Nei suoi pezzi, Il Tre (3 come la sua data di nascita, 3 settembre, e 3 come il suo nucleo familiare, con mamma e papa' che saranno in platea all'Ariston) porta le sue fragilita' , le sue paure, o come le definisce lui "i miei demoni interiori". E lo ha fatto anche con il brano sanremese. "Ho voluto raccontare il periodo buio che ho attraversato di recente dopo la fine di una relazione, per dire che ognuno a modo suo e' fragile e che bisogna saper convivere con i propri errori e chiedere scusa. Io mi assumo la responsabilita' di non essermi comportato bene, forse per traumi passati, e di aver perso qualcosa di prezioso. Metterlo nero su bianco in una canzone mi ha aiutato". La fragilita' della Generazione Z, che accomuna tanti artisti. Come Mr. Rain, ad esempio, anche lui in gara. "Ci siamo sentiti e sono contento ci sia anche lui. Ma li' trovero' tanti amici da Geolier ad Alfa, a La Sad dai quali vorrei essere presentato". Per calmare le sue ansie, Il Tre piu' che alla chimica ("non faccio uso di droghe, non fumo, so' pure astemio") preferisce affidarsi "al mare d'inverno con lunghe passeggiate con il cane, e' terapeutico. E allo sport". Consapevole che "l'80% del pubblico del festival non mi conosce", l'obiettivo sara' cantare bene e "fare quello che so fare. Non voglio che qualcuno pensi che io sia senza arte ne' parte. La paura piu' grande? Dormire poco e il momento in cui mi diranno: sei il prossimo". Del resto il festival lo ha desiderato a lungo, e in passato piu' di una volta si era fatto il suo nome tra i possibili Big in gara. "Potrebbe non ripetersi piu' , e anche se c'e' ansia sarebbe stupido non goderselo. Rappresenta sia un punto d'arrivo, ma allo stesso tempo un punto di partenza per un nuovo capitolo che si apre. Un cerchio che si chiude dopo i primi due album". Primo step del nuovo percorso la data al palazzo dello spor a Roma il 9 novembre. "Non ho mai bruciato le tappe, sono cresciuto gradualmente, anche se La svolta c'e' stata con Cracovia pt. 3 e con Te lo prometto, e questo e' il momento giusto anche per il palasport. La musica e' una passione che e' diventata un lavoro".

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