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Amadeus, il mio Sanremo libero, senza etichette politiche

"Mai avute pressioni Rai. Amo il festival ma tutto deve finire"

Redazione Ansa

Un festival libero, privo di etichette politiche, pronto ad aprire le porte alla protesta dei trattori. Alla vigilia del suo quinto - e ultimo, ribadisce oggi con più forza - Sanremo, Amadeus rivendica la piena autonomia delle scelte accordatagli dal vertice Rai e si schiera apertamente con gli agricoltori che si avvicinano in queste ore a Roma e hanno chiesto visibilità all'evento tv per eccellenza.
    "Trovo la protesta dei trattori assolutamente giusta, sacrosanta, per il diritto al lavoro e alla tutela del proprio posto di lavoro. Ma nessuno mi ha contattato e non ho contattato nessuno", sottolinea. Al suo fianco Fiorello ci scherza su: "Sarebbe bene che i trattori arrivassero, un palcoscenico così non lo trovi tutti i giorni, faccio un appello a venire". E il direttore artistico: "Se vengono li faccio salire sul palco".
    "Un nostro rappresentante sarà all'Ariston", fa sapere intanto Danilo Calvani, leader del Comitato degli agricoltori traditi.
    Ma la Rai conferma le parole del direttore artistico: non c'è alcun contatto in corso tra l'organizzazione del festival e una delle associazioni degli agricoltori.
    Forte dei risultati raccolti in questi quattro anni, con Rai Pubblicità che si prepara a superare (ampiamente) il record di 50 milioni di raccolta del 2023, il "condottiero" Amadeus - come lo ribattezza il direttore dell'Intrattenimento di Prime time Marcello Ciannamea - si mostra tranquillo: "Mi agitano di più le partite dell'Inter". E smentisce qualsiasi pressione da parte dall'azienda per realizzare un festival meloniano, più allineato al governo di centrodestra dopo le polemiche dell'anno scorso.
    "Ho incontrato Roberto Sergio appena è diventato amministratore delegato e mi ha detto: 'puoi continuare a fare il festival liberamente come hai fatto negli ultimi 4 anni'. Non mi ha mai fatto una telefonata per chiedere chi ci sarà, chi non ci sarà, mi ha dato assoluta libertà. Peraltro non ho mai cercato cose sensazionali a tavolino". E scandisce: "I miei festival non sono politicamente schierati, né a destra, né a sinistra, non a caso in passato sono stato attaccato sia da destra che da sinistra: più libero di così, non si può".
    Dopo "il regalo agli italiani" fatto lo scorso anno dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Sanremo "non ci saranno presenze istituzionali", né "monologhi". Ma avranno spazio "testimonianze personali". Mercoledì Giovanni Allevi tornerà a calcare il palco dopo due anni di lotta contro un mieloma multiplo: "Sarà testimonial della sua battaglia, portavoce di coloro che si trovano nella sua situazione", dice Amadeus. Domani all'Ariston arriverà invece Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo, GioGio', il musicista di 24 anni dell'Orchestra Scarlatti Young, ucciso lo scorso agosto a colpi di pistola in piazza Municipio, al centro di Napoli. Giovedì Stefano Massini e Paolo Jannacci proporranno L'uomo nel lampo, un brano inedito di denuncia sociale, "una canzone bellissima - promette - che fa riferimento alle morti sul lavoro".
    Grande protagonista la musica napoletana ("appartiene all'Italia intera, per avere il brano di Geolier ho cambiato il regolamento"), Amadeus è pronto a scommettere su un vincitore "a sorpresa: se ognuno di noi stilasse la top five non sarebbe facile indovinare le posizioni". Ed è convinto che "dopo una cinquina finalista al maschile, quest'anno ci sono importanti presenze femminili: sono curioso del voto del pubblico".
    Inevitabile una domanda sul futuro: "Sono innamorato di Sanremo, ma tutto deve terminare. Sono lusingato dell'affetto della Rai e del pubblico, ma credo che cinque anni siano sufficienti per chiudere, mi auguro, con una festa bellissima.
    Resterò comunque innamorato di Sanremo a vita". Si chiama fuori anche il sodale Fiore, che si prepara ad assumere il ruolo il co-co dell'ultima serata ("c'è un gobbo gigantesco, sempre più grande, forse perché invecchiamo") e a far fare a John Travolta in "un ballo che non ha mai fatto". E mentre chiama il direttore del Prime time 'Cianna-mea-culpa', incalza ancora Ama: "Chi metteresti al tuo posto?". "Non ci ho mai pensato", risponde il direttore artistico. "Ma figurati se uno acquista una casa e la affitta al primo venuto!", replica lo showman. "Ci penso questa settimana", chiude il siparietto Amadeus. (ANSA).
   

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