Maltrattamenti, percosse, lesioni personali, omissione di referto nei confronti degli ospiti affetti da gravi e croniche forme di disabilità psicofisica.
Sono queste le accuse contestate a 14 operatori dell'Aias di Decimomannu (Cagliari), ai quali in queste ore i carabinieri del Comando provinciale e di Cagliari e gli specialisti del Nas stanno notificando le misure cautelari di sospensione dal pubblico servizio per sei mesi. A far partire le indagini, coordinate dal pm Liliana Ledda, sarebbe stato l'esposto di un dipendente dell'Aias.
Secondo quanto emerso dalle indagini dei militari, iniziate nel 2014, i 14 operatori avrebbero maltrattato alcuni ospiti, tutti adulti, della struttura sanitaria dove si trovano a causa delle loro condizioni psicofisiche.
Le indagini che hanno portato questa mattina alla sospensione per sei mesi di 14 tra operatori sanitari, infermieri e amministratori dell'Aias di Decimomannu (Cagliari) per presunti maltrattamenti nei confronti dei pazienti affitti da problemi psichici ospiti, sono partite dalla denuncia di un'operatrice nell'ottobre del 2014. Da quanto si è appreso, erano stati richiesti per gli indagati gli arresti domiciliari, ma il Gip ha preferito la sospensione dai pubblici uffici. Dopo la segnalazione della dipendente - poi trasferita in altra sede è mai più richiamata al lavoro - sono scattati gli accertamenti. Sono state nascoste telecamere nei raparti, uomini e donne, psichiatrici. Proprio dalle riprese sono emersi i maltrattamenti, le ingiurie e le percosse. Ad aprile del 2015 è scattato un primo blitz condotto dal Nas di Cagliari e dagli uomini della sezione di polizia giudiziaria della Procura, coordinati dal colonnello Gavino Asquer, conclusi con la sospensione dal servizio di tre persone e con un verbale di contestazione in cui venivano segnalati problemi igienici sanitari, irregolarità nel modo in cui venivano trattati e lavati i pazienti. Alcuni di loro, con problemi di incontinenza, dormivano in materassini identici a quelli usati nelle palestre, perché sporcavano i materassi. Non solo, insulti e ingiurie nei confronti di diversi pazienti. Le indagini sono poi proseguite per alcuni mesi anche con intercettazioni telefoniche e nel registro degli indagati sono finiti gli altri 11 nomi.