Sardegna

Sindacopoli sarda:nuovo blitz,16 arresti

Maxi inchiesta su appalti pilotati, 95 indagati da procura

Ex consigliere regionale Stochino e consigliere Peru (Fi)

Redazione Ansa

di Manuel Scordo

(ANSA) - ORISTANO, 5 APR - Che ci fosse una 'cupola' che gestiva gli appalti di mezza Sardegna lo si era già compreso ad aprile dello scorso anno, quando scattò la prima parte dell' operazione "Sindacopoli" su un giro di gare pilotate e truccate che fece finire in manette 21 persone tra amministratori locali, professionisti e funzionari. Oggi quella 'cupola' si è mostrata in tutta la sua interezza e complessità, svelando le ramificazioni e le connivenze tra l' ambiente politico regionale e locale con imprenditori e professionisti non solo sardi, tutto per accaparrarsi l'appalto più ghiotto, quello milionario per il completamento della statale Sassari-Olbia. Sono 16 le persone arrestate dalla Guardia di finanza di Oristano e dai carabinieri di Tonara (Nuoro) con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d'asta e alla corruzione.

In carcere sono finiti il vicepresidente del Consiglio regionale della Sardegna Antonello Peru, l'ex consigliere Angelo Stochino, entrambi di Forza Italia, e l'imprenditore già coinvolto nel primo troncone d'inchiesta, Salvatore Pinna, titolare di due aziende coinvolte nelle indagini. Ma in manette sono anche finiti due funzionari dell'Anas, Agostino Sandro Urru, del compartimento Sardegna, e Nicola Dinnella, dell'Anas nazionale. La 'cupola', secondo l'accusa, agiva su vari livelli.

I principali interlocutori erano i due politici regionali. "Peru e Stochino - scrive nelle 350 pagine di ordinanza il Gip Annie Cécile Pinello del Tribunale di Oristano - sfruttavano i poteri e l'influenza connessa alle cariche pubbliche elettive ricoperte per indirizzare gli organi politici regionali al finanziamento di opere pubbliche da realizzare nel territorio costituente il proprio bacino elettorale, in modo da controllare, attraverso l'influenza esercitata sugli amministratori degli enti locali, l'assegnazione degli appalti secondo il proprio tornaconto economico elettorale". Poi c'erano i faccendieri che si occupavano di organizzare le gare pilotate, coprendo i politici, indirizzandole alle aziende e ai professionisti compiacenti. Infine all'ultimo gradino si trovano i funzionai e gli amministratori locali collusi che godevano del favore elettorale con la realizzazione dell'opera.

La 'cupola' pretendeva dalle società che si aggiudicavano la gara circa il 3% dell'importo a base d'asta. Solo per la Sassari-Olbia, come confessato dagli stessi rappresentanti legali delle imprese aggiudicatarie, sono stati pagati da ogni vincitore 300.000 euro. Parte delle tangenti venivano liquidate tramite bonifici bancari per operazioni inesistenti, altre in contanti finivano anche su fondi all'estero. Ma il grosso delle tangenti incassate dai due politici regionali, veniva corrisposto sotto forma di prestazioni professionali fornite dalla compagna di Peru e dalla sorella di Stochino, alcune delle quali però non sarebbero state mai erogate.

Aziende, professionisti, politici e amministratori locali legati a doppia mandata per aggiudicarsi gli appalti, quindi, e far lavorare sempre e solo le stesse aziende o gli stessi professionisti. La 'cupola', secondo il Gip, avrebbe utilizzato anche la minaccia "come strumento per indurre i funzionari recalcitranti a sottostare al volere del sodalizio nonché per allontanare dalle gare gli offerenti non collusi".

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