(ANSA) - ORISTANO, 28 APR - Anche le vedove e i figli dei lavoratori morti di asbestosi e di mesotelioma al sit-in organizzato dall'Associazione regionale ex esposti amianto davanti al palazzo di giustizia di Oristano. Sollecitano una risposta della Procura all'esposto presentato quattro anni fa per chiedere che si procedesse per i reati di danno ambientale e omicidio colposo nei confronti dei proprietari delle due "fabbriche della morte", la Sardit e la Cema, che hanno operato in provincia di Oristano fra il 1974 e il 1994 lasciando una scia di almeno 40 morti.
Invece della risposta, dai piani alti del Palazzo di Giustizia è arrivato un invito a non disturbare e a spegnere l'amplificatore che suonava "Il Silenzio" di Nini Rosso in memoria delle vittime dell'amianto. La reazione del presidente dell'Areas Giampaolo Lilliu, ex lavoratore della Sardit e leader delle lotte che nel 1992 portarono all'approvazione della legge nazionale che vietò per sempre la lavorazione delle fibre di amianto, è stata categorica: "Smettetela e non rovinate questo momento", ha intimato ai poliziotti che si erano fatti portavoce della richiesta.
Quando la musica è terminata ha rincarato la dose: "Quello che è successo è vergognoso. Ci aspettavamo che qualcuno scendesse a portare la propria solidarietà, ha detto, e invece hanno offeso i familiari dei nostri compagni di lavori morti di amianto". Sulla stessa linea il delegato dell'Associazione nazionale ex esposti amianto, Francesco Carta, e la segretaria territoriale della Cgil Roberta Manca.
Nella tarda mattinata il procuratore Ezio Domenico Basso ha, comunque, ricevuto una delegazione di ex esposti ai quali ha assicurato che l'indagine andrà avanti seguendo due filoni distinti, uno riguarderà la Sardit di Oristano, che sino al 1986 era una diretta emanazione della Eternit di Casale Monferrato, l'altro la Cema di Marrubiu.
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