L'Aifa amplia la platea dei malati di epatite C che possono accedere alla nuova cura, ma già oggi, dopo due anni, in Sardegna 1.977 persone sono state sottoposte alla terapia e di queste oltre il 96% sono guarite definitivamente, per una spesa complessiva di 120 milioni di euro (quasi 51 mln nel 2015 e poco più di 70,5 mln nel 2016).
"Un investimento di cui andiamo orgogliosi", ha spiegato l'assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, in una conferenza stampa nella quale sono stati forniti i dati.
A preoccupare, però, sono i 30mila potenziali pazienti: una stima del sommerso dei malati che fanno dire all'assessore che il prossimo passo è l'attivazione di uno screening nell'Isola dove nel 2017, tra gennaio e marzo, 233 pazienti sono stati avviati alla terapia, mentre altri 220 inizieranno a breve la cura.
Una terapia molto costosa, circa 10mila euro per ciascun ciclo di 12-24 settimane (appena venne immessa sul mercato costava 80 mila euro), ma l'assessore rassicura: "le risorse ci sono nel fondo sanitario indistinto e questa partita fa parte di una querelle con lo Stato sull'accesso ai fondi per farmaci innovativi che rientra nella vertenza accantonamenti o nella vertenza entrate". Per Arru "la possibilità di guarire è un risultato straordinario e ogni euro speso per il diritto fondamentale dei cittadini è speso bene".
In Sardegna ci sono 11 centri nei quali è possibile effettuare la nuova terapia, che sostituisce quella precedente a base di interferone.
Epatite C, 2000 persone sarde guarite
Preoccupa la stima su potenziali 30mila malati, presto screening