Si è chiuso con gli interventi dei leader dei movimenti pacifisti il sit-in organizzato a Cagliari, sotto il palazzo del Consiglio regionale, contro "l'occupazione militare della Sardegna, le esercitazioni e il silenzio colpevole della classe politica regionale".
"Ci siamo rifiutati di mandare una delegazione dal presidente dell'Assemblea, Gianfranco Ganau - ha dichiarato all'ANSA il leader di Liberu, Pier Franco Devias - perché l'offerta di interessamento arriverebbe con un ritardo di dieci giorni, visto che Mare Aperto 2017 è ancora in corso".
Davanti ai circa 250 manifestanti presenti al sit-in Devias ha ricordato perché la protesta si è spostata sotto il palazzo del Consiglio regionale, "per esprimere forte contrarietà all'atteggiamento di sottomissione della politica sarda e di connivenza con la prepotenza straripante della forza militare". In merito a Mare Aperto 2017, "la politica ha una responsabilità importante, ha pure difeso la legittimità di una presunta azione di bonifica. Ma c'era bisogno di impiegare tutte le navi attualmente coinvolte per trovare due mine inesplose?".
Claudia Zuncheddu di Sardigna Libera ha osservato come le forze nazionali e della Nato "non si accontentino più di aree militarizzate, pur vastissime, ora con nonchalance le esercitazioni coinvolgono anche zone non militarizzate. E la classe politica sarda è complice".
Per Bustianu Cumpostu di Sardigna Natzione Indipendentzia, infine, a prescindere dalle operazioni di Mare Aperto o della Trident Juncture (nel 2016), "le basi rappresentano comunque un'occupazione militare, un'ingerenza dello stato italiano che utilizza la Sardegna come portaerei a proprio uso e consumo". Intanto, uno dei comitati presenti al sit-in, A Foras, ha annunciato per il 2 giugno un corteo pacifista che partirà da Marina Piccola, sempre a Cagliari.
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