di Maria Giovanna Fossati
E' incastonato nel Supramonte sotto Punta Corrasi, lungo la vallata del Cedrino: al suo interno ospita settanta camere, decine di botteghe artigiane e preziose opere d'arte. La sua cucina rispetta le tradizioni più antiche della Barbagia e il paesaggio è bello da togliere il fiato. L'hotel Su Gologone di Oliena non è solo una vetrina di ottimi prodotti locali, ma un vero e proprio museo che veicola la cultura sarda nel mondo.
Un marchio di successo che ha portato in Barbagia nei decenni ospiti del jet set internazionale: da Madonna a Richard Gere fino a Ray Charles. A capo della struttura c'è Giovanna Palimodde, 50 anni, figlia di Peppeddu e di Pasqua Salis, la coppia di pionieri che, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, ha trasformato un piccolo stabilimento di bibite gassate in un progetto turistico ambizioso.
"I miei genitori sono stati i miei più grandi maestri - ammette Giovanna in un colloquio con l'ANSA - mio padre amava l'innovazione, mia madre ama la tradizione, un mix che ho fatto mio". Sessanta dipendenti di cui l'80% donne: "Sono le maestre dell'accoglienza e del fare, sono brave in tutti i ruoli", spiega.
Studi classici al collegio del Poggio Imperiale a Firenze, città in cui Giovanna si iscrive ad architettura, facoltà che presto lascia. "Negli anni '80 mio padre mi ha chiesto di tornare a dare una mano in hotel - racconta - In quel periodo mi sono fatta le ossa in cucina, in sala, nelle camere. Babbo mi diceva sempre: se non impari a fare tutto non sarai mai in grado di gestire una realtà come questa. Aveva ragione". Giovanna continua a studiare, frequenta corsi di management alla Luiss e a Londra, diventa poliglotta, si cura della promozione dell'hotel nel mondo.
"Il nostro primo mercato è quello inglese, seguono la Francia, il Belgio, l'America, la Germania, ma anche l'Australia e la Cina - precisa - L'attività di promozione che mi porta in varie parti del mondo nei mesi invernali dà i suoi frutti". La proprietaria di Su Gologone non è solo una manager affermata ma è ha anche una personalità eclettica, ama creare.
L'hotel è disseminato di itinerari da scoprire: botteghe artigiane, librerie, quadri e tante sale dedicate ad artisti sardi famosi, da Giuseppe Biasi a Giovanni Ciusa Romagna a Liliana Cano. "Il turista - racconta ancora Giovanna - viene da noi perché cerca il paesaggio mozzafiato, il buon cibo barbaricino, il contatto con la natura.
Ma non basta: ama essere sorpreso. Per questo proponiamo sempre nuove 'experience', come la pittura, l'arte, il ricamo, le degustazioni, tutto in linea con il patrimonio identitario dell'isola". Tanta competenza per mandare avanti la struttura ma anche una enorme passione.
"Nella gestione di un'attività come questa è importante fare squadra - sottolinea - e noi lo siamo. I dipendenti sono gli stessi da anni, si sentono in famiglia e ognuno di loro sente questo posto come proprio. Per me la cosa fondamentale è stata l'amore per la mia terra e per il mio lavoro". "In Barbagia - confessa - è tutto più in salita: abbiamo la bellezza del paesaggio, il buon cibo e tanta gente straordinaria ma manca la capacità di fare rete. Lo ripeto da anni: da soli non si va da nessuna parte ma insieme possiamo fare molto".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it