Sardegna

Erriu,33 Comuni costieri su 72 senza Pul

Assessore a Conferenza Progetto Neptune, "sono troppi"

Redazione Ansa

Il Dna geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari è stato individuato. Era lo scopo di Tender Neptune (Natural Erosion Prevision Through Use of Numerical Environment), progetto finanziato dalla Regione e realizzato in collaborazione con il team guidato dal professor Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali all'Università di Cagliari, e due imprese private. In un'area compresa tra Villa D'Orri e Margine Rosso i ricercatori hanno studiato, catalogato e archiviato 1.200 campioni.

"Avere oggi in custodia la memoria geologica e storica dei sedimenti è indispensabile per qualsiasi azione di ripristino futuro", ha spiegato Demuro alla presentazione dei risultati. Il professore ha anche sottolineato l'importanza della "innovativa collaborazione tra Università e piccole e medie imprese altamente specializzate, che ha consentito un'operatività maggiore". Restano le sfide future. Una riguarda la comunicazione perché, ha chiarito il docente, "bisogna superare la carenza di conoscenza sui meccanismi elementari di funzionamento delle spiagge tra i fruitori e gli attuali gestori mediante specifici progetti di informazione e formazione".

L'altra di gestione, con l'immediato inserimento di una Authority per ogni spiaggia, cioè "una sorta di direttore dei lavori che abbia le competenze scientifiche naturalistiche necessarie per gestire un ambiente delicatissimo come il sistema spiaggia dove litosfera, atmosfera, biosfera, idrosfera interagiscono con modificazioni ad altissima frequenza e per effetto di usi antropici troppo spesso non compatibili con la conservazione del bene", ha spiegato ancora Demuro. La rettrice Maria Del Zompo si è soffermata sul ruolo dell'Ateneo. L'attività svolta, infatti, ha consentito la formazione di giovani con altissime competenze sui temi della prevenzione e della gestione dell'erosione costiera con quattro tesi di laurea e due dottorati, e di impiegarli, anche se solo per la durata del progetto, nel mediterranean coastal and marine laboratory "Medcoastlab".

"Facciamo sistema con il territorio - ha commentato Del Zompo - noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell'ambiente: la nostra offerta formativa è assolutamente competitiva, i nostri corsi di laurea coprono tutti questi argomenti e sviluppano progetti importanti e i nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono in Sardegna a studiare e a fare ricerca per la tesi di laurea". Infine un appello a Regione e Comune: "Abbiamo bisogno che ci dicano cosa vogliono fare. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso".

ERRIU, 33 COMUNI ANCORA SENZA PUL - Su un totale di 72 Comuni costieri nell'Isola, allo stato attuale sono solo 16 quelli dotati di un Piano di utilizzo del litorale (Pul) vigente; altri 23 l'hanno adottato ma non ancora approvato, mentre ben 33 Comuni non l'hanno neppure adottato. "Sono troppi", ha commentato l'assessore regionale agli Enti locali, Cristiano Erriu, intervenuto alla Conferenza conclusiva del progetto Tender NEPTUNE (Natural Erosion Prevision Through Use of Numerical Environment) finanziato dalla Regione.

"Il confronto di oggi con ricercatori e operatori ci permette di capire meglio il fenomeno dell'erosione e i necessari strumenti che dovremo introdurre nella pianificazione per la tutela delle coste e, in particolare, delle spiagge della Sardegna - ha spiegato Erriu - la scienza ci mostra alcune strade percorribili, ora tocca alla politica trovare gli interventi più adatti per la conservazione del bene ambientale".

Proprio per questo motivo, ha aggiunto Erriu, "stiamo cercando di sensibilizzare i Comuni che non l'hanno fatto, ad accelerare le procedure per l'adozione del Pul". Infatti, ha osservato, "in questo momento l'Isola vive la scommessa di un rilancio delle sue potenzialità turistiche: se il fattore che ha originato questa ripresa è in buona parte attribuibile a fattori esogeni ed ai drammatici eventi che hanno interessato e ancora interessano la sponda meridionale del Mediterraneo, è innegabile che gli amministratori debbano essere accompagnati nella consapevolezza del grande valore paesaggistico delle coste da loro gestite".

In che modo? "Il nostro assessorato si propone di aiutare i Comuni nella gestione complessa del litorale, con un nuovo approccio flessibile basato, oltre che su interventi di salvaguardia, controllo dei flussi e dei comportamenti, anche sull'educazione. Gli enti locali devono svolgere un ruolo da protagonisti, adattando ai loro territori le indicazioni operative per la gestione del sistema costiero".

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