Sardegna

Mattarella oggi a Cagliari e Ghilarza

Inaugurazione Anno accademico e poi a Casa Gramsci

Redazione Ansa

La cultura come strumento per capire le tensioni e le difficoltà di cui il mondo è pieno, come soccorso per favorire il dialogo e soluzioni condivise, come veicolo di libertà. E' il cuore dell'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Cagliari. "Poche parole perché oggi protagonisti sono i docenti, gli studenti e il personale amministrativo", esordisce il capo dello Stato, che ringrazia la rettrice Maria Del Zompo "per l'occasione che mi ha dato invitandomi qui".

Otto minuti interamente a braccio per manifestare "la riconoscenza del nostro Paese ai rettori e ai docenti delle università per il contributo di elaborazione culturale che esprimono costantemente. Abbiamo bisogno della loro attività". Ma soprattutto, afferma Mattarella, "abbiamo un bisogno grande di cultura in questa stagione di tensioni e pericoli". E' fondamentale per "esaminare i problemi che ci sono alla base".

Mattarella arriva in Rettorato intorno alle 11. Nessuna dichiarazione all'ingresso. Il presidente ascolta e prende la parola dopo la professoressa Del Zompo, il presidente del Consiglio degli studenti e la senatrice a vita Elena Cattaneo. "Ringrazio il presidente del Consiglio degli studenti, sono state formulate proposte, espresse esigenze che registro con attenzione - dichiara Mattarella - mi limito a riprendere uno dei tanti punti che meriterebbero di essere ripresi, quello che riguarda le ragazze e i ragazzi che a causa di difficoltà economiche non possono frequentare gli studi universitari". Ebbene, "quando si verifica uno solo di questi casi tutto il tessuto nazionale ne è ferito".

La cultura, infatti, "è veicolo di libertà - aggiunge Mattarella - di quella libertà che costituisce un bene indivisibile". Una libertà che "è tale solo se si realizza assieme a quella degli altri che sono attorno a noi, questo vale per le persone, i territori, gli Stati e in qualunque dimensione, perché solo insieme la comunità internazionale può ottenere risultati positivi per tutti noi". Ancora ringraziamenti al mondo universitario e gli auguri, prima della considerazione finale. Da leggere come un auspicio: "Il supporto alla cultura è ciò che consentirà al nostro Paese una prospettiva di crescita che è quella che desideriamo".

Poi il pranzo in Prefettura e il trasferimento in aereo a Oristano. Nella vicina Ghilarza, Mattarella visita la Casa Museo di Antonio Gramsci, a 80 anni dalla morte del grande pensatore sardo, quindi partecipa alla presentazione dell'ottavo volume degli scritti di Gramsci, all'Auditorium. Nessun discorso ufficiale e nessuna dichiarazione alla stampa che ha cercato di sollecitarlo sulla sua visita in Sardegna, ma alla fine solo tante strette di mano e qualche foto tra la gente.

L'INCONTRO CON GRAZIELLA DORE E AGOSTINO MELE - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato in Prefettura a Cagliari i familiari di due vittime di femminicidio in Sardegna, accompagnati dalla consigliera regionale Anna Maria Busia. Si tratta di Agostino Mele e Graziella Dore, rispettivamente il fratello di Anna Maria Mele, uccisa il 3 dicembre 1988 a Nuoro dal marito Pier Paolo Cardia, davanti alla figlia di 6 anni, e la sorella di Dina Dore, uccisa a Gavoi (Nuoro) il 26 marzo del 2008 e per il cui delitto è stato condannato all'ergastolo come mandante il marito Francesco Rocca.

"Sono rimasta colpita dall'attenzione che il capo dello Stato ci ha dedicato - ha detto all'ANSA Graziella Dore - Abbiamo spiegato la necessità che lo Stato tuteli gli orfani del femminicidio evitando che siano le famiglie a muoversi con carte bollate, buttando soldi ed energie per vedersi riconosciuti i propri diritti: come quello ad avere la casa di famiglia o alla pensione di reversibilità senza dover fare battaglie lunghe e costose contro i padri assassini.

E' importante che questi orfani - ha aggiunto la donna - che spesso finiscono con nonni che non li possono mantenere o in case famiglia, abbiamo tra l'altro un reddito di sostentamento ". E' stato poi Agostino Mele - che dopo la morte della sorella aveva adottato con la moglie la nipotina Vanessa, che ora ha 35 anni - a spiegare a Mattarella i 17 anni più lunghi della sua famiglia, perché Vanessa vedesse riconosciuti i suoi diritti alla pensione di reversibilità della madre e alla casa di famiglia.

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