Sono 18mila le firme raccolte in 20 giorni, prossimo obiettivo le centomila entro dicembre, ma c'è già una certezza: superate le 10mila firma il referendum potrà essere svolto in Sardegna. Per annunciarlo, il Movimento referendario per l'inserimento del principio di insularità in Costituzione ha riunito oggi tutti i componenti del Comitato promotore, dai Riformatori che hanno lanciato la battaglia, ai consiglieri regionali di Forza Italia, del Pd, personalità del mondo della cultura e del diritto, ambientalisti.
"Oggi si chiude la prima fase - ha spiegato il presidente del Comitato promotore Roberto Frongia - è stato raggiunto e superato l'obiettivo minimo, che ci consente di dire che i sardi voteranno nella prossima primavera. Ora vogliamo che il progetto sfondi in tutta l'Isola". Per Enrico Altieri, già presidente della Sezione tributaria in Corte di cassazione, il referendum "apre la strada a una serie di opportunità sinora negate, soprattutto sul piano della fiscalità di vantaggio".
Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha sottolineato come "con questo progetto riprende vigore l'iniziativa riformatrice". Pietro Pittalis (Fi) ha ringraziato i Riformatori per "la lungimiranza" e ha ricordato che "i referendum lombardo e Veneto di ottobre ci impongono di batterci per riaffermare la nostra specialità". Vanni Lobrano, docente di Diritto romano, ha definito l'iniziativa di "grandissimo significato costituzionale". Per Maria Antonietta Mongiu, già presidente del Fai, "lavoriamo perché la maggior parte della popolazione sia con noi. Se riusciremo, la battaglia sarà vinta". Franco Sabatini (Pd) ha spiegato che "questi sono temi per loro natura trasversali, ed è significativo che oggi ci siano consiglieri regionali di diverse parti politiche".
Alessandra Zedda (Fi) ha aggiunto che "l'affermazione del principio di insularità all'interno della Costituzione ci consentirà una revisione totale sia del concetto di aiuto di stato, che di concorrenza". Per Marco Tedde (Fi), "siamo cittadini diversamente comunitari, questo è il frutto dell'insularità", mentre Giuseppe Fasolino (Fi) ha sottolineato che si tratta di "una battaglia comune per la Sardegna".